7 ottobre 2022

Il grande teschio (Luis Buñuel, 1949)

Il grande teschio (El gran calavera)
di Luis Buñuel – Messico 1949
con Fernando Soler, Rosario Granados
**1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

Per impedire all'imprenditore milionario Ramiro de la Mata (Fernando Soler), sempre circondato da parenti fannulloni e scrocconi, di dilapidare il proprio patrimonio, il fratello medico Gregorio lascia credere a tutti che l'uomo è finito sul lastrico. Costretti a vivere in povertà, in una casa popolare, e a guadagnarsi da vivere lavorando, Ramiro e i suoi familiari riscopriranno l'unità e i veri valori della vita, compresa la figlia Virginia (Rosario Granados) che trova l'amore di un giovane disinteressato (Rubén Rojo). Il secondo film "commerciale" girato da Buñuel in Messico (comunque migliore del precedente "Gran Casino", di due anni prima) è una gradevole commedia degli equivoci a sfondo morale sui temi della famiglia e dei rapporti di classe. Il soggetto (da un romanzo di Adolfo Torrado) e gli sviluppi forse non sono originalissimi né imprevedibili, ma vengono ravvivati da una buona sceneggiatura e da un gruppo di personaggi simpatici e ben caratterizzati, degni di una farsa corale (fra i più comici c'è il fratello pigro Ladislao (Andrés Soler), oltre naturalmente allo stesso Ramiro). Lo sceneggiatore Luis Alcoriza interpreta Alfredo, lo spasimante altolocato (e lui sì, interessato solo al denaro) di Virginia. Don Luis firma la regia in maniera altamente professionale, mettendosi al servizio della storia senza alcun vezzo autoriale: pare che avesse accettato di dirigerlo a condizione che il produttore Oscar Dancigers, in cambio, gli permettesse poi di realizzare – come terzo lavoro insieme – una pellicola più personale. Questa sarà "I figli della violenza", uno dei suoi capolavori, che uscirà l'anno dopo e lo riporterà sulla scena internazionale e all'attenzione della critica. Tornando a "Il grande teschio", il titolo italiano è una traduzione maldestramente letterale dallo spagnolo, ma priva di senso: avrebbe dovuto essere "Il grande scapestrato" (la testa calda in questione, naturalmente, è il protagonista Ramiro).

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