Snatch - Lo strappo (Guy Ritchie, 2000)
Snatch - Lo strappo (Snatch)
di Guy Ritchie – GB/USA 2000
con Jason Statham, Brad Pitt
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Visto in TV, con Sabrina.
Il rapinatore di banche Franky "Quattro dita" (Benicio del Toro) ha messo le mani su un diamante di grande dimensioni ed è a Londra per cercare di venderlo. La gemma attira le attenzioni dell'ex agente del KGB Boris "Lametta" (Rade Šerbedžija) che, approfittando della passione di Franky per il gioco d'azzardo, lo attira in una bisca clandestina e incarica uno scalcinato trio di piccoli delinquenti di rapinarlo. E mentre i commercianti di gioielli Doug "La zucca" (Mike Reid) e il "Cugino Avi" (Dennis Farina), ai quali Franky doveva rivolgersi, ingaggiano il sicario "Pallottola al dente" Tony (Vinnie Jones) per aiutarli a rintracciare il diamante, la vicenda finisce per coinvolgere anche il gangster "Testarossa" Polford (Alan Ford), che gestisce un lucroso giro di scommesse sulla boxe clandestina e che ha un conto aperto con il promoter "Turco" (Jason Statham) e il suo assistente Tommy (Stephen Graham), il cui pugile Mickey (Brad Pitt), uno "zingaro" di etnia irlandese (pavee), rifiuta di farsi battere come previsto... Il secondo film di Ritchie, dopo "Lock & Stock - Pazzi scatenati", corre sugli stessi binari del precedente: storie di piccoli e grandi delinquenti, raccontate con verve, umorismo, toni spigliati e grotteschi. Peccato che il grande numero di personaggi e il ritmo concitato, che prosegue ininterrotto e pressoché identico per tutto il film, non offrano mai allo spettatore un'occasione per rifiatare o per riflettere su quello che sta vedendo. Con il risultato che spesso la pellicola, più che divertire, finisce con l'annoiare. È il problema di gran parte del cinema post-moderno e post-tarantiniano, che punta sull'eccesso e sull'abbondanza di elementi gettati nel calderone, anziché fermarsi a cesellare o a riflettere sull'utilità di ciascuno di essi. Troppi personaggi, troppi twist e troppe trame incrociate (la vicenda coinvolge anche un cane che ingoia il diamante, e diversi stereotipi sui cosiddetti "irish travellers") non sono sempre una buona cosa, soprattutto se l'andamento è monocorde. Nell'ampio cast (ci sono anche Jason Flemyng ed Ewen Bremner) spicca Pitt, dal temperamento imprevedibile e dal linguaggio incomprensibile. Prodotto (come "Lock & Stock") dal futuro regista Matthew Vaughn.
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