Sbatti il mostro in prima pagina (M. Bellocchio, 1972)
Sbatti il mostro in prima pagina
di Marco Bellocchio – Italia/Francia 1972
con Gian Maria Volonté, Laura Betti
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Visto in divx.
In una Milano scossa dai cortei e dalle tensioni fra i manifestanti di fazioni politiche contrapposte, lo spregiudicato caporedattore (Volonté) di un quotidiano di destra ("Il Giornale": ma il film è stato girato due anni prima che il quotidiano con questo stesso nome venisse fondato), finanziato da un ricco industriale (John Steiner) e ammanicato con la polizia, manipola a proprio piacimento le informazioni per influenzare l'opinione pubblica in vista delle elezioni. In particolare, con una precisa campagna mediatica, strumentalizza a fini politici una vicenda di cronaca nera: dopo aver pompato l'indignazione popolare insistendo per diversi giorni sugli aspetti più intimi e commoventi del brutale omicidio di una studentessa, cavalca l'indiscrezione che il colpevole sia un attivista di sinistra (Corrado Solari), indirizzando in questo senso anche le indagini della polizia. E quando, grazie agli scrupoli di coscienza del suo reporter Roveda (Fabio Garriba), verrà a conoscenza dell'identità del vero assassino, preferirà mettere a tacere la cosa, "almeno a fino dopo le elezioni". Un giallo con un taglio molto particolare, che mette in luce il "quarto potere" della stampa nell'indirizzare (o nell'addormentare) le coscienze, anche soltanto con la semplice scelta delle parole da usare nei titoli, e i suoi intrecci (non sempre occulti) con la politica e gli interessi economici. Per molti versi profetico, e ancora incredibilmente attuale (basterebbe sostituire i social media ai quotidiani), nonostante sia ovviamente calato nell'infuocato contesto di quegli anni (si citano stragi ed eventi recenti, Valpreda e Feltrinelli). Anche l'omicidio di Maria Grazia si ispira a un reale fatto di cronaca. Fra gli attivisti che appaiono nel montaggio iniziale spicca Ignazio La Russa. Il progetto era di Sergio Donati, che lo aveva pensato con un taglio più "popolare", ma per motivi di salute dovette rinunciare. Bellocchio, subentrato, fece riscrivere la sceneggiatura a Goffredo Fofi. Nel cast anche Laura Betti (l'insegnante sciroccata che per gelosia denuncia lo studente), Carla Tatò e Jacques Herlin. Le musiche sono di Nicola Piovani, le scenografie di Dante Ferretti (che ha usato la redazione de "L'Unità" per le scene ambientate al "Giornale").
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