Città amara - Fat City (John Huston, 1972)
Città amara - Fat City (Fat City)
di John Huston – USA 1972
con Stacy Keach, Jeff Bridges
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Visto in divx.
Nella cittadina di Stockton, il pugile fallito Billy Tully (Stacy Keach) si barcamena con vari lavoretti stagionali e attraversa una crisi profonda, esacerbata dal malsano rapporto con l'alcolizzata Oma (Susan Tyrrell) e dai ripetuti tentativi di tornare sul ring. Nel frattempo conosce il diciottenne Ernie (Jeff Bridges), che è tutto quello che lui non è: giovane, pulito, assai promettente come boxeur e dalla vita apparentemente più regolata (sposa infatti la ragazza che mette incinta). Da un romanzo di Leonard Gardner, autore anche della sceneggiatura, una malincolica pellicola a sfondo sportivo ma soprattutto esistenziale, ambientata nell'America rurale e più profonda, dove i sogni di gloria si scontrano con la grigia e amara realtà. Le manca forse un po' di focus, divisa com'è nel seguire le storie di due personaggi, e una conclusione memorabile: ma la solida regia di Huston e le buone interpretazioni sono al servizio di un racconto intimo e sincero sulla mediocrità e il desiderio di rivalsa, elementi che si sposano alla perfezione con il mondo del pugilato, che si conferma ancora una volta sport cinematografico per eccellenza. Qui, come in "Stasera ho vinto anch'io" di Robert Wise, se ne rappresenta il sottobosco di periferia, fra palestre e ring di quart'ordine, incontri fra vecchie glorie e immigrati messicani, manager disillusi, spettatori annoiati. Il contorno non è da meno, anche se nel ritratto dei lavoratori nei campi o dei locali frequentati da alcolisti non c'è un tentativo di denuncia sociale ma semplicemente il desiderio di dare uno sfondo realistico alla vicenda. Bridges era praticamente agli esordi (aveva recitato l'anno prima ne "L'ultimo spettacolo" di Bogdanovich), la Tyrrell fu nominata all'Oscar. Nella colonna sonora spicca la canzone country "Help me make it through the night" di Kris Kristofferson.
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