5 luglio 2018

I prevaricatori (Cecil B. DeMille, 1915)

I prevaricatori (The cheat)
di Cecil B. DeMille – USA 1915
con Fannie Ward, Sessue Hayakawa
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Visto su YouTube, con cartelli in inglese.

Quando il marito Richard (Jack Dean) – che ha investito tutto il proprio denaro in una speculazione in borsa – le taglia le spese, la viziata e vanitosa Edith (Fannie Ward) non esita a sottrarre diecimila dollari dalla raccolta dei fondi per la Croce Rossa di cui è la tesoriera. Per restituirli, è costretta a chiedere un prestito a Hishuru Tori (Sessue Hayakawa), un facoltoso commerciante giapponese, che in cambio pretende che trascorra una notte con lui. Al suo rifiuto, l'uomo la marchia sprezzamente con il proprio simbolo, lo stesso che appone su tutti gli oggetti d'arte che acquista ("Significa che appartiene a me", le aveva spiegato). Edith gli spara, ma sarà il marito ad assumersi la colpa e ad essere processato in tribunale, salvo venire assolto quando verrà alla luce tutta la verità. Forse il più noto dei primissimi film della carriera di DeMille, un torbido dramma altoborghese di passione e ricatto che non ha nulla da invidiare a "Proposta indecente", anzi ne è probabilmente la fonte di ispirazione. Sfrondato dai sottotesti razzisti (l'uomo orientale che tratta la donna bianca come una schiava), il soggetto – feroce anche nel descrivere il mondo dell'alta società newyorkese, dove gli affari e i rapporti sentimentali sono trattati allo stesso modo, come giochi di potere – è reso sullo schermo al massimo delle sue potenzialità, in gran parte grazie al fascinoso Hayakawa, la cui recitazione ambigua e misurata, pur in un ruolo da cattivo, lo rese immediatamente una star. La sua lunga carriera culminerà nel 1957 con la candidatura all'Oscar per "Il ponte sul fiume Kwai". Fannie Ward e Jack Dean erano moglie e marito anche nella vita reale. La regia di DeMille è da ricordare per l'utilizzo delle luci e delle ombre: da qualche mese il cineasta aveva cominciato a mettere in pratica alcune tecniche di illuminazione che aveva appreso quando lavorava in teatro con l'impresario David Belasco. L'uso delle luci per illuminare solo alcuni dettagli nelle scene notturne o in penombra, ma anche per ottenere effetti drammatici di contrasti e di chiaroscuro o persino espressionistici (si pensi alle ombre delle persone dietro al paravento, o a quello delle sbarre della prigione proiettate sul muro della cella di Richard), influenzò pesantemente tutta l'industria cinematografica, spingendo gli studios ad attrezzarsi con lampade di vario tipo, ed è probabilmente uno dei più importanti lasciti di DeMille al "linguaggio" della settima arte. Nel 1918 il film venne rieditato con una modifica: il commerciante giapponese Hishuru Tori diventa ora Haka Arakau, un "re dell'avorio" birmano. Questo perché la comunità nipponica negli Stati Uniti si era lamentata, ma soprattutto perché il Giappone era diventato un alleato degli USA. Svariati i remake: nel 1923 (con Pola Negri), nel 1931 (con Tallulah Bankhead) e nel 1937 (girato in Francia da Marcel L'Herbier, con lo stesso Hayakawa a riprendere il proprio ruolo). Alquanto strano il titolo italiano declinato al plurale: chi sono "i prevaricatori"? I predatori sessuali, gli squali della finanza, o gli asiatici in generale?

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