Zombi (George A. Romero, 1978)
Zombi (Dawn of the dead)
di George A. Romero – USA/Italia 1978
con Ken Foree, Scott H. Reiniger
***1/2
Rivisto in DVD.
Dieci anni dopo il primo film sui "morti viventi", Romero rivisita il genere che gli aveva dato la notorietà, realizzando forse il miglior zombie movie di tutti i tempi: un sequel epocale e del tutto autonomo, che rispetto al prototipo mostra gli effetti dell'invasione degli zombi su scala più ampia, oltre a presentare letture metaforiche ben più esplicite dell'originale. A parte l'incipit in media res (al fenomeno che riporta in vita i morti sotto forma di zombi affamati di carne umana non viene data alcuna spiegazione, se non la celebre frase "Quando all'inferno non ci sarà più posto, i morti cammineranno sulla Terra"), l'intero film si svolge infatti in un enorme mall, o centro commerciale (che i dialoghi italiani dell'epoca si premurano di descrivere a uno spettatore che forse non li conosceva: "uno dei quei grandi complessi di negozi e supermercati"), fra le cui corsie si aggirano orde di zombi immemori, costretti dall'istinto a tornare in quei luoghi che significavano così tanto per loro quando erano in vita. La metafora del consumismo non potrebbe essere più esplicita, e permea l'intera pellicola a più livelli. Anche i quattro protagonisti – due membri delle squadre speciali della polizia, Peter (Ken Foree: come nel primo film, il leader del gruppo è un nero) e Roger (Scott H. Reiniger), e due giornalisti di una stazione televisiva, Stephen (David Emge) e Jane (Gaylen Ross) – barricatisi nel negozio dopo essere fuggiti in elicottero da una Filadelfia ormai in preda (come quasi tutto il Nord America) all'apocalittica invasione, approfittano della situazione per fare man bassa di tutta la merce che potrebbe servire loro, al punto da condurre per breve tempo una vita quasi lussuosa e spensierata: non a caso si rifiuteranno di condividere queste risorse con la banda di razziatori che assalta il centro commerciale nel finale, dando vita a un conflitto dove gli zombi diventano praticamente dei terzi incomodi. Tutt'altro che mostri inarrestabili, i "morti viventi" camminano come automi, con movimenti lenti e incerti, ma fanno paura perchè rispecchiano l'uomo a livello istintuale, aggirandosi instancabili in quelli che una volta erano i templi della civiltà (e del consumismo, appunto). Gli scienziati hanno un bel dire che si tratta di "una nuova specie": in realtà gli zombi siamo noi stessi, e – come recita il memorabile e inquietante prete con una gamba sola, all'inizio del film – "quando i morti camminano, bisogna smettere di uccidere o si perde la guerra". Naturalmente, c'è anche spazio per questioni razziali e morali, come racconta la scena dell'irruzione degli SWAT nel caseggiato di "negri e portoricani" che si rifiutano di distruggere o conseguare i cadaveri dei loro cari. Rispetto al primo episodio, anche la confezione fa un notevole salto di qualità, e non soltanto per il passaggio dal bianco e nero al colore (notevole il make up degli zombi, che dona loro un colorito bianco-verdastro, opera di Tom Savini così come gli effetti speciali estremamente sanguinolenti e gore) e per una regia solida e claustrofobica, ma anche per le scene d'azione, le scenografie e un montaggio che genera tensione ininterrotta. Savini recita anche nei panni di un motociclista e di uno zombi, mentre John Landis è lo scienziato in tv con la benda sull'occhio. Dario Argento (che aiutò Romero a ottenere i finanziamenti necessari, e che è accreditato come "script consultant"), curò l'uscita della versione internazionale, che comprende una colonna sonora ad opera dei Goblin. Nel 1985 Romero realizzerà quello che avrebbe dovuto essere il capitolo finale della sua trilogia, "Il giorno degli zombi", in seguito trasformata in esalogia. "Zombi 2" e "Zombi 3" di Lucio Fulci sono invece sequel non ufficiali.
2 commenti:
Film cupo e disperato, che è riuscito a raccontare l'angoscia dell'apocalisse come nessun altro, al punto che non si capisce chi sia il vero "morto" tra i vivi e gli zombi!
Ben più di un semplice horror, è un film dalle molteplici letture "sociali", che ha fortemente influenzato la cultura occidentale sotto tante forme: il cinema, i videogiochi, i fumetti (Dylan Dog) ma anche la filosofia, la politica e il marketing! Un film esistenzialista, come bene sottolinei anche tu, prima ancora che horror.
Posta un commento