30 luglio 2017

On the road (Walter Salles, 2012)

On the road (id.)
di Walter Salles – USA/Brasile/Fra/GB/Can 2012
con Sam Riley, Garrett Hedlund
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Visto in TV, con Sabrina.

Nel 1949, poco dopo la morte del padre, il giovane e aspirante scrittore newyorkese Sal Paradise (Riley) conosce lo scapestrato Dean Moriarty (Hedlund), spirito libero e anticonformista. Negli anni successivi, da solo o insieme a lui, vagabonderà per il paese, prima di mettere la testa a posto e decidere di raccontare le sue avventure in un romanzo. Difficile parlare di un film così, un adattamento di "Sulla strada" di Jack Kerouac che nel tentativo di mantenere la struttura episodica e "sincopata" del romanzo (richiamando in questo anche la musica jazz della colonna sonora) appare totalmente disgiunto e disorganizzato, senza direzione proprio come i suoi protagonisti. Quella che, nei primi minuti, sembrava essere solo una lunga e inutile introduzione per presentare i personaggi, si rivela invece la quintessenza dell'intera pellicola: il viaggio non pare mai davvero iniziare, ne osserviamo a tratti solo alcuni frammenti, al punto che (nonostante il titolo del film!) quasi mi sembra disonesto aggiungere il tag "On the road" a questo post. Di strada e di cammino se ne vedono ben poco, e la pellicola affastella scene di personaggi che parlano del nulla, che si separano e si rincontrano, che partono e tornano, saltando di palo in frasca senza alcuna logica e senza offrire allo spettatore qualsivoglia appiglio o emozione. Sal, Dean e i loro amici sono perdigiorno che bighellonano annoiati più che vagabondare curiosi, la loro libertà (anche sessuale) è fine a sé stessa, e mai si percepisce il desiderio di una ricerca (interiore o meno). Se Dean ha almeno il ruolo del faro-guida (con le sue tante donne e l'incapacità di stare a riposo, fra sesso, droga e fuga dalle responsabilità), il protagonista Sal è invece una figurina vuota, anonima e poco interessante. Gli elementi esistenziali sono del tutto assenti, mentre quelli edonistici e ribelli vengono trattati in modo superficiale. La narrazione è spezzettata, mai tenuta insieme da una regia manierista e da una fotografia patinata che però non rende giustizia ai (pochi) paesaggi del west americano. Nel complesso, per quanto mi sforzi, non trovo davvero un solo motivo per dargli più del voto minimo (una stellina). E no, la fedeltà al testo di partenza non è un pregio, se i risultati sono questi. Nel cast, in piccoli ruoli (alcuni dei quali, come la giovane Marylou, moglie sedicenne di Dean, avrebbero meritato un maggiore sviluppo), anche Kristen Stewart, Amy Adams, Kirsten Dunst, Alice Braga, Tom Sturridge, Viggo Mortensen e Steve Buscemi.

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