Nahid (Ida Panahandeh, 2015)
Nahid (id.)
di Ida Panahandeh – Iran 2015
con Sareh Bayat, Pejman Bazeghi
**1/2
Visto al cinema Ariosto, in originale con sottotitoli
(rassegna di Cannes).
Nahid, divorziata e con un figlio a carico, si barcamena come può con un umile lavoro di dattilografa e cronici problemi di soldi per pagare l'affitto di casa e gli studi di un figlio che sembra invece più interessato a bighellonare per strade e locali, seguendo così le orme di un padre scapestrato e nullafacente, ex tossicodipendente che vive di scommesse clandestine. La donna avrebbe la possibilità di rifarsi una vita con un Masood, benestante proprietario di un albergo sulla spiaggia (la vicenda si svolge in una città nel nord del paese, sulle rive del Mar Caspio), che le chiede di sposarlo. Ma se la notizia della loro relazione giungesse alle orecchie del primo marito, lei perderebbe l'affidamento del figlio: e dunque è costretta a tenerla nascosta anche al bambino. Ennesimo film iraniano sulla condizione della donna, con una protagonista messa di fronte a una difficile scelta: continuare a sacrificarsi per il figlio o pensare alla propria felicità? Intenso ed equilibrato, il film finisce però per girare in cerchio e un po' a vuoto, anche se è interessante per come mette in scena alcune dinamiche sociali dell'Iran moderno (come il meccanismo dei "matrimoni temporanei", da rinnovare di mese in mese, al quale ricorrono Nahid e Mansoor), dove il desiderio di indipendenza e di autodeterminazione della donna è ancora tenuto a freno dai legami familiari e sociali.
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