8 giugno 2016

71 frammenti di una cronologia del caso (M. Haneke, 1994)

71 frammenti di una cronologia del caso (71 Fragmente einer Chronologie des Zufalls)
di Michael Haneke – Austria/Germania 1994
con Gabriel Cosmin Urdes, Lukas Miko
**1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli.

Prendendo spunto da un fatto di cronaca avvenuto a Vienna l'anno prima (uno studente diciannovenne fa fuoco nella filiale di una banca, alla vigilia di Natale, uccidendo tre persone prima di suicidarsi, apparentemente senza motivo), Haneke "costruisce" un film che racconta in parallelo, attraverso una serie di frammenti di durata diversa (da pochi secondi a svariati minuti) e separati l'uno dall'altro da uno stacco nero, le vite dei vari personaggi che si ritroveranno alla fine nella banca. Seguiamo così le esistenze dello studente in questione, fra studi, allenamenti di ping pong, giochi con gli amici, telefonate ai genitori e la decisione (di cui non viene spiegato il perché) di acquistare una pistola; di una coppia in cerca di un bambino da adottare; di un piccolo profugo rumeno che bighellona per il centro della città, prima di essere preso dalla polizia e affidato ai servizi sociali; dell'anziano padre di una delle impiegate di banca, che vive da solo e senza affetti; di una guardia portavalori e della sua famiglia... Il tutto inframmezzato da spezzoni di telegiornali che raccontano eventi dell'epoca (la guerra in Bosnia, scioperi, attentati). Come nei precedenti "Il settimo continente" e "Benny's video", Haneke è interessato a mostrare come il male, la follia e la tragedia possano sorgere o irrompere all'improvviso nelle vite quotidiane di persone comuni. Si spiegano così le lunghe sequenze di normale banalità (da ricordare, in particolare, il lungo allenamento a ping pong e la telefonata dell'anziano genitore con la figlia), l'apparente mancanza di collegamento fra i vari personaggi, l'insensatezza della violenza che esplode all'improvviso nel finale: un'assurda strage della follia che finisce col diventare solo una delle tante notizie del telegiornale, senza alcun approfondimento, fra un bollettino di guerra e una cronaca su Michael Jackson. I vari frammenti sono caratterizzati da dialoghi assenti o estremamente rarefatti, quasi a mettere in luce la solitudine delle persone e la fragilità dei legami sociali, familiari, di amicizia. I singoli individui sono a loro volta dei "frammenti" della società, con difficoltà a interagire e spesso lasciati a sé stessi e alla deriva ("La gente qui pensa ai fatti suoi", afferma il giovane profugo per spiegare come ha potuto sopravvivere per tanto tempo da solo, vivendo di furti e di espedienti). Temi che il regista austriaco tornerà ad affrontare, in particolare in "Storie - Code inconnu".

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