16 dicembre 2014

Nanuk l'eschimese (Robert J. Flaherty, 1922)

Nanuk l'eschimese (Nanook of the North)
di Robert J. Flaherty – USA 1922
con Allakariallak, Nyla, Cunayou
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Visto su YouTube, con Sabrina.

Definito come il primo documentario di lunga durata della storia del cinema (escludendo dunque quanto prodotto nei primissimi anni della settima arte dagli operatori dei fratelli Lumière, quando di fatto quasi ogni pellicola era da considerarsi un documentario!), questo film seminale mostra la difficile vita di una famiglia di eschimesi (o, per la precisione, di inuit) fra le distese di ghiaccio del Canada artico. Sin dagli anni dieci Flaherty compì diversi viaggi attorno alla Baia di Hudson, alla ricerca di un buon soggetto per un film, finché non decise di unirsi alla famiglia in questione per riprenderne su pellicola gli spostamenti, le battute di caccia (alle foche, ai trichechi, ai pesci, alle volpi), le usanze tradizionali e le tecniche di sopravvivenza (celebre è la scena della costruzione dell'igloo). Protagonista è Nanuk (il cui vero nome era Allakariallak), capo di una numerosa famiglia che comprende la moglie Nyla e diversi figli. Il film fece scalpore, e contribuì a fondare un filone – quello del documentario antropologico – che lo stesso Flaherty continuò a frequentare con i suoi lavori successivi (tra cui "Moana", "L'uomo di Aran" e "Tabù"). E pazienza se alcune sequenze (come la visita all'emporio dell'uomo bianco, dove Nanuk finge stupore davanti a un grammofono) furono in realtà "messe in scena" dal regista a beneficio degli spettatori: erano tempi pionieristici, e il concetto di "cinema-verità" non era ancora stato inventato. Anche altri dettagli, se è per questo, sono stati piegati alle esigenze filmiche: Nanuk e i suoi, per esempio, conoscevano le armi da fuoco, eppure davanti all'obiettivo utilizzano soltanto i metodi tradizionali di caccia e di pesca con gli arpioni. Tutto ciò non va comunque a discapito del senso di autenticità, soprattutto se il lungometraggio è paragonato ai contemporanei film di finzione: e la pellicola resta un documento prezioso nel mostrare la dura vita nell'artico, i costumi, gli spostamenti e le arti necessarie per sopravvivere in luoghi così freddi e ostili. Nanuk – che in fondo è il progenitore di personaggi come Dersu Uzala – è stato definito dal critico Roger Ebert come "uno degli esseri umani più vitali e memorabili mai immortalato su pellicola".

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