Il papavero (Kenji Mizoguchi, 1935)
Il papavero (Gubijinsō)
di Kenji Mizoguchi – Giappone 1935
con Ichiro Tsukida, Daijiro Natsukawa
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Rivisto su YouTube, in originale con sottotitoli inglesi.
Ono, orfano ma brillante studente, è stato cresciuto a Kyoto come un figlio dall'anziano professor Inoue. Questi spera che il ragazzo, una volta laureato, sposi sua figlia Sayoko: e per questo motivo i due lo raggiungono a Tokyo, dove sta studiando per il dottorato. Ma Ono, nel frattempo, si sta lasciando tentare dalla prospettiva di sposare invece Fujio, ragazza ricca e di buona famiglia, alla quale dà lezioni private. Da un romanzo di Natsume Soseki, un melodramma sentimentale piuttosto didascalico e non troppo interessante, anche dal punto di vista stilistico. Come capita spesso nei film di Mizoguchi, la figura maschile risulta debole e indecisa, e a farne le spese sono le donne. Ma qui, contrariamente ad altre pellicole del regista, c'è spazio per un ravvedimento e per un lieto fine (più per merito di Hajime, compagno di studi che lo spinge a guardare dentro sé stesso e a capire qual è la cosa giusta da fare, che non dello stesso Ono, perennemente in crisi e combattutto fra la gratidudine verso il professore, l'amore per Sayoko e l'interesse per Fujio). Il contrasto fra Sayoko e Fujio non è solo quello fra povertà e ricchezza, ma anche fra tradizione (la prima, pudica e suonatrice di koto) e modernità (la seconda, alla moda e spregiudicata): quest'ultima, addirittura, ha la "pretesa" di scegliere da sé l'uomo che sarà suo marito (donandogli il suo orologio d'oro), anziché farselo imporre dal padre (che aveva scelto Hajime). Un tema che tornerà, con più sottigliezza, anche in molti film di Ozu. Registicamente sono da segnalare giusto le prime inquadrature (con Inoue che cancella dai muri le scritte di apprezzamento nei confronti della bellezza della figlia) e le ultime (con il confronto fra Fujio e Hajime di fronte al mare). Nella colonna sonora si sentono temi di Puccini (da "La Boheme"), Liszt ("Liebestraum") e Chopin.
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