16 settembre 2011

Himizu (Sion Sono, 2011)

Himizu
di Sion Sono – Giappone 2011
con Shota Sometani, Fumi Nikaido
*1/2

Visto al cinema Arcobaleno, in originale con sottotitoli
(rassegna di Venezia).

Nel Giappone sopravvissuto al terremoto e allo tsunami dell'11 marzo 2011, il quattordicenne Sumida vive senza genitori (la madre è scappata con un altro uomo; il padre, violento e ubriaco, si fa vivo solo per picchiarlo e per estorcergli denaro) in una capanna fuori città, dove gestisce l'azienda di famiglia, uno scalcinato noleggio di barche. Ossessionato da inquietanti sogni premonitori, il ragazzo dà ospitalità nel terreno adiacente alla sua casa a una manciata di senzatetto che hanno perso ogni cosa nel disastro. Di lui si innamora una sua compagna di classe, la sciroccata Chazawa, che gli impone la propria presenza con la forza e fa di tutto per scuoterlo e portarlo ad amare la vita. Sumida, desideroso soltanto di trascorrere un'esistenza ordinaria e di basso profilo, è però costretto a fronteggiare la violenza e la meschineria del mondo adulto: dopo aver commesso un terribile delitto, nel tentativo di reagire alla malvagità che lo circonda, cercherà di espiare a modo suo. Tratto da un manga (di Minoru Furuya), il nuovo film di Sono è un caotico e disperato grido di riscatto, dove follia, confusione e violenza si legano ad avvenimenti del mondo reale. Dopo che la sceneggiatura era già stata scritta, infatti, il regista ha deciso di modificarla per fare riferimento al terribile disastro che aveva appena colpito il paese, inserendo una serie di sequenze che mostrano la distruzione causata dal cataclisma e legando le vicende dei personaggi (in particolare quelle dei senzatetto ospitati da Sumida) proprio al tragico evento, seppure in maniera un po' posticcia. Per il resto, sono presenti molti dei temi tipici dei suoi lavori, a partire dalle famiglie disfunzionali (sia il padre di Sumida che i genitori di Chazawa – la madre è interpretata da Asuka Kurosawa – manifestano non solo una completa mancanza di affetto verso i figli, ma addirittura il desiderio di vederli morti). Ma il risultato non convince appieno, e l'eccesso di violenza assume toni talmente esagerati da risultare quasi parodistico: insomma, un film difficile da prendere sul serio. Premiati a Venezia, forse un po' generosamente, i due giovani protagonisti. Nel cast ci sono anche Denden (il mafioso con il quale il padre di Sumida contrae un forte debito) e Tetsu Watanabe (Horuno, il barbone che lo salda per riconoscenza verso il ragazzo). Himizu significa "talpa": il titolo si riferisce al desiderio del protagonista di vivere isolato dal mondo e cieco alle sue violenze e alle sue ingiustizie. Il commento musicale consiste quasi esclusivamente nell'incipit del "Requiem" di Mozart, le cui prime battute vengono ripetute ad libitum ad accompagnare i movimenti dei personaggi: una tecnica che si riscontrava già nei lavori precedenti di Sono (vedi il brano di Mahler utilizzato in "Cold Fish").

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