Porco Rosso (Hayao Miyazaki, 1992)
Porco Rosso (Kurenai no buta)
di Hayao Miyazaki – Giappone 1992
animazione tradizionale
***1/2
Rivisto in DVD, con Giovanni, Rachele e Paola.
"Un maiale che non vola è solo un maiale".
Siamo negli anni venti, nel periodo di crisi economica e politica fra le due guerre mondiali. L'italiano Marco Pagot (il nome è lo stesso del figlio dell'animatore Nino Pagot, con cui Miyazaki aveva collaborato ai tempi de "Il fiuto di Sherlock Holmes"), già eroico pilota di caccia durante la Grande Guerra, è stato misteriosamente trasformato in un maiale e ora è noto come "Porco Rosso", dal colore dell'idrovolante che pilota nei cieli sopra il Mar Adriatico, nei pressi delle coste croate, dove si guadagna da vivere come cacciatore di taglie ai danni dei pirati che assaltano le navi di passaggio. Come questi, frequenta abitualmente l'Hotel Adriano, dove risiede e lavora la bella Gina, di cui è amico di lunga data ed è forse innamorato. L'arrivo di un nuovo rivale, l'americano Donald Curtis, lo costringerà ad accettare una difficile sfida, proprio mentre la polizia segreta italiana è sulle sue tracce per arrestarlo come traditore ("Meglio essere un maiale che un fascista!"). Al suo fianco ci sarà anche la giovane meccanica Fio, che ha rimesso a punto il suo aereo.
Di tutti i film di Miyazaki, "Porco Rosso" (che, come "Il mio vicino Totoro", è uscito nelle sale italiane con vent'anni di ritardo, cosa assurda e incomprensibile se si pensa che la pellicola è addirittura ambientata in gran parte nel nostro paese) è quello con la genesi più bizzarra e improvvisata. Il maestro, grande appassionato di velivoli e veicoli d'epoca, collaborava da tempo con una rivista nipponica di modellismo, "Model Graphix", realizzando illustrazioni ad acquarello e brevi fumetti nei quali inseriva spesso dei buffi maialini antropomorfi nei panni di piloti e meccanici. Proprio ispirandosi a uno di questi manga, su richiesta della Japan Airlines, mise in cantiere quello che avrebbe dovuto essere un cortometraggio da proiettare a bordo degli mezzi di linea della compagnia aerea (e questo spiega anche l'introduzione con le scritte in più lingue). Solo successivamente il film è stato gonfiato fino alle dimensioni di un lungometraggio che, oltre a offrire spettacolari duelli aerei, sfiora anche temi socio-politici e persino riflessioni sulla morte e l'aldilà (indimenticabile e di grande impatto la sequenza in cui Marco ricorda lo scontro aereo in cui ha visto cadere tutti i suoi compagni, e in seguito al quale ha probabilmente perduto la sua "umanità"). Apparentemente più scanzonato e leggero di altri lavori del regista, in realtà è quello meno "fantastico" e più legato alla realtà: maiali e scene comiche a parte, sembra davvero ambientato nel nostro mondo, in un momento di passaggio in cui la gioia di vivere (le folle festanti, le donne eleganti, il piacere del volo e dell'avventura) stava lasciando il passo a uno dei periodi più oscuri della storia dell'umanità.
A differenza della maggior parte delle pellicole del regista giapponese, il protagonista qui è maschile e non femminile: duro e romantico, cinico e disilluso come il miglior Humphrey Bogart. E nelle divertenti baruffe contro i pirati rivali si ritrovano echi di lavori miyazakiani precedenti, come "Lupin III" e, appunto, "Sherlock Holmes". Ma c'è anche spazio per l'amore, l'amicizia, la nostalgia e per spettacolari evoluzioni aeree all'insegna dell'avventura e dell'azione. Notevole, come sempre, la cura di sfondi, scenari e ambientazioni (e dispiacciono, pertanto, alcuni piccoli errori nelle scritte in italiano, come il "Non si fo credito" che spicca sul muro di un ufficio). Fra le scenografie rimangono impresse le coste del Mar Adriatico (probabilmente quelle della Dalmazia), l'isolotto su cui sorge l'Hotel Adriano (che ricorda certe località del Lago Maggiore) e la fabbrica sui Navigli di Milano (dove l'aereo di Porco viene ricostruito da un gruppo di donne operaie). Perfettamente caratterizzati anche i vari comprimari, dal vanesio Curtis (che aspira a diventare attore a Hollywood e poi presidente degli Stati Uniti, come farà Ronald Reagan) all'affascinante Gina (che canta, in francese, "Le temps des cerises"), dalla piccola Fio (un'adolescente simpatica e ostinata) ai pittoreschi pirati dell'aria (con il leader della banda Mammaiuto che assomiglia al Bruto di "Popeye"!). E se lo si guarda in versione originale, non si può non sorridere quando si sentono i personaggi chiamare il protagonista, in un misto di italiano e giapponese, "Porco Rosso-san!"
12 commenti:
L'ho visto per anni su un dvd procuratomi avventurosamente, in giapponese coi sottotitoli in inglese, ci sono talmente affezionata che non ho ancora trovato il coraggio di vedermelo doppiato in italiano.
Vale la pena?
Sì, adattamento e doppiaggio mi sono sembrati sopra la media!
Anch'io l'ho visto soltanto ora per la prima volta in italiano, dopo anni di visioni su vecchie VHS in giapponese (e senza nemmeno i sottotitoli!). La prima volta, però, ricordo che lo vidi addirittura sul grande schermo, in una proiezione organizzata dalla JAL (Japan Airlines) per i giapponesi residenti a Milano, in cui mi ero imbucato... ^^'
Ok lo posso dire? Allora lo dico: per me Porco Rosso è il capolavoro di Myazaki, in assoluto il suo film migliore. E' scorretto, più maturo e adulto di altri suoi film in genere considerati migliori (la città incantata e il castello errante), più lineare nella sceneggiatura (meno anarchico insomma), con un protagonista leggendario e alcune sequenze magnifiche (il paradiso di aereoplani). Capolavoro.
Quando si parla di Miyazaki, subito si comincia a fare le classifiche dei film preferiti... ^^
Personalmente, come ho già avuto occasione di dire, quelli che amo di più sono "Totoro" e "Laputa" (e forse "La città incantata"), ma subito dopo ci metto "Kiki", "Nausicaa" e proprio "Porco Rosso". Questioni di sfumature, comunque: sono tutti film bellissimi! L'unico che considero decisamente inferiore agli altri è "Il castello errante di Howl".
Sì, la sequenza del paradiso degli aeroplani è davvero emozionante e indimenticabile!
Cosa si può dire di un film così? Hai già detto tutto tu.
Voglio solo sottolineare la consueta competenza naturalistica di Miyazaki nel creare - in questo csao - dei fondali perfettamente mediterranei.
Si fanno notare, perché quei colori in un anime appaiono raramente.
Sì, i fondali sono bellissimi, come sempre. Anche quelli di "Kiki" erano molto europei, anche se non così mediterranei.
Christian, pensa un po', "Il castello errante di Howl" è invece uno dei miei preferiti!!!
Anche io li considero tutti bellissimi e l'unico forse che guardo meno è Mononoke, che mi mette troppa tristezza.
Su "Howl" ho qualche riserva sulla sceneggiatura, soprattutto nella seconda parte. Nulla da dire invece, come sempre, su disegni e animazione...
Favoloso questo capolavoro di Miyazaki, visto per la prima volta in assoluto al cinema quando è uscito in Italia. Concordo sul castello di Howl, che anch'io considero leggermente minore. ciao, c
Aver dovuto aspettare così tanto per vederlo al cinema da noi è davvero assurdo! E dire che è anche uno dei film di Miyazaki più "accessibili" al pubblico nostrano, visto che a differenza di altri non è così permeato di cultura giapponese...
visto il periodo in cui è ambientato e il carattere del protagonista (Meglio essere un maiale che un fascista!) il titolo suona anche come epiteto politico
Ci avevo pensato anch'io! ^^
(Ma sarebbe ovviamente una strumentalizzazione impropria, visto che Porco non è un comunista...)
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