2 marzo 2011

Dopo mezzanotte (D. Ferrario, 2004)

Dopo mezzanotte
di Davide Ferrario – Italia 2004
con Giorgio Pasotti, Francesca Inaudi, Fabio Troiano
***

Rivisto in DVD, con Giovanni e Rachele.

L'introverso e taciturno Martino (Giorgio Pasotti) lavora come custode notturno al Museo del Cinema di Torino, all'interno della Mole Antonelliana, che dopo la chiusura diventa il suo regno privato. È innamorato di Amanda (Francesca Inaudi), commessa in un vicino fast food e fidanzata invece con l'Angelo di Falchera (Fabio Troiano), ladro d'auto e teppista dal cuore tenero. Una sera Amanda, in fuga dopo una lite con il suo datore di lavoro, si rifugia nel museo e chiede ospitalità proprio a Martino. Fra i due nasce l'amore: ma la ragazza, che non intende lasciare l'Angelo, propone di instaurare un ménage à trois ("Una volta ho visto un film francese, c'erano due ragazzi che s'innamorano della stessa donna" – "E com'è finita?" – "Malissimo": l'allusione è ovviamente a "Jules e Jim" di François Truffaut). Singolare, delicato e romantico, il bel film di Ferrario (autoprodotto e girato interamente in digitale) si intitola come un albo di Dylan Dog ma non è un thriller bensì un'originale storia d'amore dai toni sospesi e onirici, e contemporaneamente un dichiarato omaggio alla magia del cinema. La straniante voce fuori campo di Silvio Orlando, che parla direttamente agli spettatori, ci ricorda qual è la vera essenza della settima arte, quella di narrare storie che affascinino gli spettatori, rendendole tangibili sullo schermo. Innumerevoli, dunque, i rimandi e le citazioni cinefile (Martino ha i suoi idoli in Charlie Chaplin e Buster Keaton, ai quali si ispira nel corteggiamento di Amanda; vengono mostrate diverse sequenze da un film di Giovanni Pastrone del 1916, "Il fuoco"; si respira a più riprese aria di Nouvelle Vague). E c'è spazio anche per la matematica (i numeri di Fibonacci) e la teoria dei giochi (Barbara, la coinquilina di Amanda interpretata da Francesca Picozza, è convinta che l'amore sia un "gioco a somma zero"). Accanto ai tre bravi protagonisti spicca la città stessa di Torino (fredda, nebbiosa, notturna, viva) e naturalmente la Mole, di cui la macchina da presa esplora anfratti, saloni, cunicoli, terrazze. "Ormai, al cinema", spiega Orlando, "gli spettatori si interessano solo alle storie dei personaggi. Eppure, all'inizio, nelle prime proiezioni di vetrini e di lanterne magiche, i personaggi non esistevano: la gente si entusiasmava di fronte ai paesaggi e alle vedute delle città. Forse sono i luoghi che raccontano le storie nella maniera giusta". Interessante la colonna sonora di Daniele Sepe, con in sovrappiù il tormentone della canzone di Adriano Pappalardo "Ricominciamo", talmente amata dall'Angelo da farla suonare anche alla sua veglia funebre. Celebre, nel finale, la scena che sbeffeggia uno dei poster elettorali di Berlusconi ("Guarda te se è l'ultima cosa che mi tocca vedere!"). Ferrario aveva ambientato a Torino anche "Tutti giù per terra".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

..ho vissuto parte della mia vita in quella citta' e proprio nel periodo in cui Ferrario giro' il suo film che e' uno dei piu' begli omaggi a Torino ed alla sua magia..inoltre la Mole rimessa a nuovo per ospitare il Museo del cinema rappresenta davvero un ritorno alla "meraviglia" della settima arte..Pasotti con il personaggio di Martino raggiunse l'apice della sua carriera...

nickoftime

Christian ha detto...

D'accordissimo: sulla Mole (il museo è bellissimo: se si è cinefili non si può non visitarlo almeno una volta!), su Pasotti (che in questo film mette molto di sé stesso: vedi anche le scene in cui pratica le arti marziali) e sul film.

Di Ferrario non ho visto nient'altro. Ma mi par di capire che secondo molti, "Dopo mezzanotte" è il suo lavoro migliore.