Nostalgia (Sergio Sgrilli, 2010)
Nostalgia
di Sergio Sgrilli – Italia 2010
con Sergio Sgrilli
***
Visto in DVD, con Marisa.
Comincia come una mattina qualsiasi: un uomo è solo, in bagno, davanti allo specchio. Si lava i denti, si osserva compiaciuto. Ma poi qualcosa prende il sopravvento, e in un'escalation di alternanze emotive (ride, piange, fa smorfie) il personaggio finisce col radersi totalmente barba e capelli: un atto che può essere dettato dalla necessità di un rinnovamento, forse un modo per riazzerare anche il mondo che lo circonda. E come in tutti i processi di rinnovamento, ci sono momenti di rischio: in certi passaggi, si teme quasi che il protagonista stia per farsi del male. In questo cortometraggio di 24 minuti, girato in un unico piano sequenza con la camera fissa e dagli echi scorsesiani (ma più che a "Taxi Driver" il riferimento è al corto d'esordio "The big shave"), Sergio Sgrilli – già musicista, autore e comico teatrale e televisivo – offre il proprio volto e le proprie espressioni in pasto allo spettatore che si trova dall'altra parte dello schermo/specchio, mettendo in scena un taglio radicale che appare addirittura ringiovanirlo, pur senza cancellare del tutto il suo vissuto e la sua identità. Come una maschera del teatro greco (quando la testa dell'attore è completamente ricoperta e avvolta dalla schiuma da barba, questa lascia spazi liberi solo per gli occhi e la bocca e trasforma il suo volto, a seconda delle espressioni, nei simboli della commedia o della tragedia), l'autore dà vita a un one-man-show che comunica le emozioni in maniera diretta, senza filtrarle attraverso un'ingombrante struttura narrativa, delle parole o anche un accumulo di informazioni che potrebbero potenzialmente distrarre l'attenzione. Angoscia o soddisfazione sgorgano di volta in volta in maniera spontanea, mentre le loro cause ci rimangono ignote. E chissà che non siano da ricercare dall'altro lato dello specchio, il nostro.
Nota: il film non è ancora in commercio. L'ho potuto vedere in "anteprima" grazie alla gentilezza di Sergio, che me ne ha fatto avere una copia, informandomi che nei suoi progetti questo è il primo di una trilogia di cortometraggi che dovrebbero finire in un unico cofanetto. Le immagini del film si trasformeranno anche in un videoclip per la canzone "L'unica cosa" del gruppo italiano Marta sui Tubi.
12 commenti:
Mi sono interrogata sul titolo e mi sono venute almeno due risposte, opposte tra di loro, come sono opposte le emozioni ed ambivalenti gli stati d'animo presenti ed alternantesi in tutto il cortometraggio.
Nostalgia per lo stadio primario, il neonato intonso, il "nuovo-nato" innocente, o la nostalgia e lo spaesamento che ci prende quasi sempre appena usciti da un taglio radicale (anche la metafora del parrucchiere può andare benissimo) per il vecchio, per come eravamo e a cui in fondo eravamo abituati?
L'espressione soddisfatta per l'esito di tutta l'operazione sembra indicare che la nostalgia riguardi il perduto stato dell'innocenza infantile che solo il "nuovo" aspetto può far riaffiorare, ma forse, appena qualche istante dopo potrà riemergere anche la nostalgia per la barba e i capelli che sancivano lo stato "adulto".
Prima di tutto grazie per aver trovato la voglia di vedere e scrivere, su questo mio primo lavoro nel triplice ruolo di autore, regista e interprete. Marisa ha colto l'aspetto dell'ambivalenza e questo mi rende felice, perchè è una delle percezioni che speravo di suscitare. Le varie e personali chiavi di lettura, potrebbero essere il vero filo conduttore di questo mio. Ecco il perchè dell'immagine claustrofobica e del set spoglio, che impedisce vie di fuga. Una prima parte di emozioni guidate per poi lasciare, alla seconda "passata", tempo e spazio a liberi pensieri, domande, risposte. Insoddisfazione e approvazione. L'autolesionismo che non sfocia mai nel perder la ragione. L'infantilismo del gioco con i baffi, trovo che strida perfettamente con la storia stessa. Un piccolo enorme viaggio in cui difficilmente non si ritrovino stati d'animo conosciuti. Forse si poteva accorciare ma, come appena detto, è un viaggio ed ha richiesto il suo tempo. Ai disinteressati, ai non viaggiatori, difficilmente cambierebbe qualcosa se fosse accorciato di qualche minuto. Lo sciacquone iniziale e, soprattutto, quello finale è stata un esigenza dell' "attore", un gesto importante dato che, in questo momento, sto vivendo in prima persona la fase anale di mia figlia. La colonna sonora fa il resto. Vorrei raccontare le mie intensioni, tutto ciò che mi è passato per la testa prima, dopo e durante ma, essendo la mia prima regia, sono più curioso di sapere se qualcosa di quel che volevo trasmettere è arrivato. Ringrazio Christian della possibilità di parlarvi di questa mia realizzazione. Pronto a spedirla, appena pronta, a chiunque abbia la voglia di visionare questo mio. Sergio Sgrilli
Grazie a te, Sergio, per esserti "esposto" in questo modo, e per aver realizzato qualcosa di personale, non facile, per l'appunto ambivalente, frutto al tempo stesso di emozioni e di ragionamenti, di gioco e di metodo. A questo punto sono (siamo) curiosi di vedere gli sviluppi futuri. A presto!
Dietro l'apparente divertimento del gioco, nella ripetuta alternanza del lato con baffi o senza baffi, ho colto una più nascosta e profonda inquietudine tra lato destro e lato sinistro, da sempre simboleggianti il lato buono e quello cattivo (dottor Jekyll e Mr.Hyde), il maschile e il femminile e un tentativo di provare ad isolarli alla ricerca di un improbabile identità basata su uno solo di essi, evitando la necessaria asimmetria di tutta la personalità.
lato destro e lato sinistro, da sempre simboleggianti il lato buono e quello cattivo
Come in Due Facce, il nemico di Batman! ^^
Marisa ha fatto un altro centro! per questo lavoro, per il mio lavoro di attore e per il lavoro che da anni compio su me stesso, mi trovo spesso davanti alla mia immagine riflessa. L'asimmetria tra i due lati del mio viso è particolarmente accentuata. complici sono eventi vissuti e subiti direttamente sul mio volto e nella mia anima. Dico spesso: "sono l'unico comico della mia generazione che non ha scritto un libro!". dato vero. il perchè? non so fino infondo il perchè. più volte intervistato a questa domanda, ho risposto "non ho scritto perchè leggo!". piccola digressione per raccontare che uno dei miei ipotetici libri che avrei voluto scrivere (e che forse scriverò) si intitola " il mio lato sinistro", dedicato proprio a questa particolare differenza che mi rende due persone totalmente diverse. entro nello specifico e vi racconto un piccolo grande rammarico. tecnicamente non ho potuto avere la situazione che volevo. più semplicemente: non avevo uno specchio davanti! avevo si un grosso specchio di fronte a me ma, proprio dove il mio viso si rifletteva, avevo la camera da ripresa. (per essere pignoli il corto è stato girato con una di queste nuove macchine fotografiche digitali). sicuramente avrete fatto caso che spesso sposto lo sguardo di lato alla ricerca di un minimo di riflesso, ma tendenzialmente ho dovuto fare affidamento sulla memoria su certe espressioni già abbondantemente provate. la "scena" delle due faccie (sia con l'asciugamano, sia con le due mani) non è venuta perfettamente come volevo, perchè (senza volerlo) ho modificato le varie espressioni. nel mio intento c'era una perfetta immobilità del viso per mostrare le due faccie, la maschera teatrale, l'enorme differenza che puntualmente rivelo e vivo, tra il mio lato dx e quello sx. il baffo poi, avrebbe accentuato la cosa. si poteva far meglio? si. ma alla fine sono felice del risultato ottenuto. grazie ancora a Marisa che cogliendo anche questo aspetto, mi ha dato la possibilità di dire qualcosa in più. tanto ancora c'è e ci sarebbe da dire, ma vi saluto ringraziandovi ancora del vostro tempo e disposizione. un saluto. sergio.
ps. cara Marisa. credo che sarai consultata per realizzare il secondo corto. : )
A questo punto la curiosità è salita parecchio.
Me lo devi prestare al più presto Christian.
Caro Sergio,
grazie per la fiducia, ma credo che dopo questa tua prima prova è la fiducia in te stesso che ne deve uscire rinforzata, anche se non hai ancora scritto un libro. Ti esprimi benissimo e più che un libro ( a cui comunque puoi sempre pensare visto che scrivi bene),sarebbe meglio se continuassi ad esprimerti per "immagini", che sono poi quelle che fanno la differenza tra il solo pensato e la cretività.
Buon lavoro!
chiedo io a Christian di prestare questo mio a Martin. ciedo io a Martin di vedere questo mio. ringrazio Marisa per l'incoraggiamento. chiedo a voi scusa per l'insicurezza e l'entusiasmo per questo mio primo risultato.
ps. il "ciedo" del mio ultimo commento in relatà sarebbe un "Chiedo". e ditemi voi se non è banale che un toscana abbia la tastiera con l'H poco funzionante...
e "toscana" è "toscano"... non cambio la tastiera ma vado a prendere un caffè!
Buon caffè, Sergio, e non preoccuparti che ci penso io a farlo avere a Martin!
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