Shaolin wooden men (Chen Chi-hwa, 1976)
Shaolin wooden men, aka Shaolin chamber of death
(Shao Lin mu ren xiang)
di Chen Chi-hwa – Hong Kong 1976
con Jackie Chan, Kam Kong
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Rivisto in VHS, in inglese.
Il giovane Jackie è un discepolo muto del tempio di Shaolin: vorrebbe apprendere le arti marziali per vendicare suo padre, alla cui morte – a opera di un guerriero mascherato – aveva assistito da bambino, ma è costretto invece a svolgere compiti umili e faticosi (come quello di trasportare pesanti secchi d'acqua lungo una scala dal fiume al monastero, indossando calzature di ferro!). Viene infine addestrato al kung fu, oltre che da una suora buddista, anche da un misterioso prigioniero che gli altri monaci hanno incatenato in una grotta sotterranea e del quale diventa un fedele seguace e allievo. Si dimostra così in grado di superare la più difficile prova del tempio, vale a dire sconfiggere i terribili automi di legno che danno il titolo alla pellicola. Ma poi scoprirà che il responsabile della morte del padre è proprio il suo nuovo maestro, in realtà a capo di una banda di malviventi. Sicuramente uno fra i migliori film di Jackie pre-1978 (ovvero prima della sua "esplosione" definitiva con i due lungometraggi diretti da Yuen Woo-ping, "Snake in the eagle's shadow" e "Drunken master"), questo gongfupian ha diversi spunti interessanti, a partire dalla relazione di rispetto/odio fra il protagonista e il maestro. Se la sequenza dei pupazzi di legno non è in fondo nulla di speciale, decisamente apprezzabile è invece il combattimento finale, probabilmente coreografato dallo stesso Jackie (al quale il regista Chen Chi-hwa concede maggior margine di improvvisazione di quanto non facesse Lo Wei, qui accreditato solo come supervisore). Curiosa la scelta di rendere muto il personaggio principale: forse c'erano ancora dubbi sulle capacità recitative del giovane attore. Da notare che si tratta del primo film in cui Jackie compare dopo essersi sottoposto a un piccolo intervento di chirurgia plastica agli occhi (suggeritogli da Lo Wei, secondo il quale Jackie era "troppo brutto" per essere il protagonista di un film).
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