17 luglio 2009

Il chi è di un inquilino (Y. Ozu, 1947)

Il chi è di un inquilino (Nagaya shinshiroku)
di Yasujiro Ozu – Giappone 1947
con Choko Iida, Hohi Aoki
***

Visto in DVD, con Marisa, in originale con sottitoli (registrato da "Fuori Orario").

È il primo film realizzato da Ozu dopo la guerra. Nel 1942, al termine della lavorazione di "C'era un padre", il regista aveva subito messo in cantiere una serie di progetti legati al tema bellico, senza però superare mai la fase della sceneggiatura. E nel 1943 era stato nuovamente arruolato e inviato a Singapore con il compito di realizzare una pellicola di propaganda (da lui stesso distrutta nel 1945, all'arrivo delle truppe britanniche). Tornato in patria solo nel 1946 dopo aver trascorso alcuni mesi in un campo di prigionia inglese, si rimise al lavoro realizzando questo film, che stilisticamente non sembra molto diverso da quelli precedenti, anche se il clima post-bellico traspare in maniera evidente dall'ambientazione nel quale si svolge la vicenda, fra piccoli artigiani che si adattano a qualsiasi lavoretto pur di sopravvivere e orde di ragazzini orfani o abbandonati che si radunano lungo i fiumi o (come nella scena finale del film) al parco di Ueno, attorno alla celebre statua di Saigo Takamori. Al centro della pellicola c'è proprio un bambino che un uomo, impietosito, trova per strada e porta con sé nel quartiere dove abita, sperando di trovare qualcuno che se ne prenda cura. Nessuno pare però aver voglia di ospitarlo, e alla fine il ragazzino viene sistemato in casa di Otane, un'anziana vedova che lo accoglie malamente e non vede l'ora di sbarazzarsene. Pian piano però la donna comincia ad affezionarsi al bimbo, che risveglia in lei istinti materni. Proprio quando ormai si immagina una vita lunga e felice al suo fianco, il padre si rifà vivo: il bambino non era stato abbandonato ma si era soltanto smarrito. Nonostante la cornice possa sembrare drammatica e (neo)realista, i toni sono leggeri, a tratti persino umoristici, e movimentano una trama forse un po' prevedibile. Da sottolineare alcune sequenze girate in esterni e in campo lungo: su tutte, quella in cui Otane e il bimbo (che non ha nome: Otane e gli altri adulti lo chiamano semplicemente "bambino") camminano lungo la spiaggia, con lei che cerca ripetutamente di cacciarlo via come se fosse un animale. Il piccolo è una versione più semplice e innocente dei protagonisti di precedenti pellicole di Ozu, come quelli interpretati da "Tokkan Kozo" (Tomio Aoki). Il film è noto anche con i titoli "Note di un inquilino galantuomo" e "Rendiconto di un buon inquilino".

4 commenti:

Vision ha detto...

è certamente da vedere... film storico...
a presto!!!

Christian ha detto...

Tutto Ozu è da vedere, anche i film minori. Ciao anche a te!

dan ha detto...

Fascinoso, sicuramente. Troppo ignorato, secondo me.

Christian ha detto...

Sì, i due primi film del dopoguerra (questo e "Una gallina nel vento", dell'anno successivo) sono pochissimo conosciuti, ed è un peccato: quasi tutti i critici preferiscono concentrarsi sul periodo che va da "Tarda primavera" (1949) in poi, quello nel quale Ozu collabora regolarmente con lo sceneggiatore Kogo Noda, peraltro foriero di capolavori.