11 luglio 2009

Legittima difesa (H.-G. Clouzot, 1947)

Legittima difesa (Quai des Orfèvres)
di Henri-Georges Clouzot – Francia 1947
con Bernard Blier, Suzy Delair
***1/2

Visto in divx, con Marisa.

Il timido ma gelosissimo Maurice non sopporta che la provocante moglie Jenny accetti le avance dell'anziano, ricco e viscido Brignon, e minaccia in pubblico di ucciderlo. Si procura maldestramente un alibi e si reca in casa dell'uomo, convinto di trovarlo in compagnia della moglie: invece il vecchio è già stato ucciso. Un ostinato poliziotto, naturalmente, sospetterà proprio di lui. Girato dopo alcuni anni di ostracismo perché il suo film precedente, "Il corvo", era stato accusato di propaganda antifrancese e antiborghese (era stato prodotto durante l'occupazione tedesca), questo lungometraggio dai toni noir (ma non mancano tocchi di commedia e di tragedia, abilmente dosati e conditi con uno stile secco ed essenziale) dà l'opportunità a Clouzot di difendersi direttamente sullo schermo, mostrando come accuse e giudizi troppo frettolosi possano rivelarsi ingannevoli. Straordinaria la caratterizzazione dei personaggi, tutti dotati di lati oscuri o moralmente ambigui: dal pianista Maurice, timido ma vendicativo, alla cantante Jenny, esuberante e disinibita; dall'ispettore Antoine (Louis Jouvet), caparbio e con un figlioletto di colore a carico "portato dalle colonie, insieme alla malaria", alla fotografa Dora (Simone Renant), amica dei coniugi e segretamente lesbica. Ma lo stesso vale per gli scenari e gli ambienti dove si muovono i protagonisti: il mondo dell'editoria musicale e quello del teatro d'avanspettacolo, la società rispettabile e quella più malfamata, l'ambiente sordido delle fotografie erotiche e quello severo e burocratico della procura vengono ritratti senza sconti, con tutta la loro misoginia, il grigiore, le contraddizioni e le ipocrisie. Eppure gli stessi mondi sono anche pieni di uomini e donne sensibili e profondi, che si amano, si odiano, si tradiscono e si proteggono a vicenda, intrappolati in ruoli sociali (il marito e la moglie, l'amante e l'amica, il padre e il figlio, il poliziotto e l'indagato) che spesso stanno loro un po' stretti. Se "Il corvo" e "I diabolici" avevano forse maggior suspense, "Legittima difesa" è sicuramente il film di Clouzot dove la sua descrizione dell'umanità raggiunge i livelli più alti.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Qui mi trovi completamente d'accordo: "Quai des Orfèvres" è un feroce saggio di antropologia sotto forma di noir e il mio Clouzot preferito. Impossibile dimenticare i personaggi interpretati da Bernard Blier e soprattutto Louis Jouvet, spigoloso ispettore animato da un infallibile "esprit de géométrie". Una figura, quella dell'ispettore Antoine, che stabilisce, per il polar, il modello dell'ispettore scettico, mal pagato e disilluso difensore dell'ordine borghese.

Buona giornata

Ale

Christian ha detto...

Meno male! So che di solito non vai matto per Clouzot, mentre io finora sono entusiasta di ogni sua cosa che ho visto (anche del documentario su Picasso!). Il prossimo che vorrei recuperare è "Le salaire de la peur".

Ciao!

dan ha detto...

Be', Clouzot è stato uno dei maestri del cinema, semplicemente. Questo qui è praticamente il suo migliore.
Buon "Salario della paura", allora.

Christian ha detto...

Grazie, il problema sarà trovarne una copia di buona qualità (non è ancora uscito in DVD da noi, e in rete non si trovano versioni decenti).

dan ha detto...

http://www.criterion.com/films/370

La Criterion lo ha, da qualche settimana, ripubblicato (era andato fuori catalogo anche lì) in qualità eccezionale. Costa 31 (i loro prezzi sono abbastanza alti, ma i DVD hanno sempre contenuti speciali e restauri di eccellenza).
Può darsi anche si trovi a meno su amazon.
Ciao, ciao.