22 luglio 2009

Calamari wrestler (M. Kawasaki, 2004)

Calamari wrestler (Ika resuraa)
di Minoru Kawasaki – Giappone 2004
con Osamu Nishimura, Kana Ishida
**1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli, con Monica, Roberto, Marco ed Elena.

Il giovane lottatore Taguchi ha appena conquistato il titolo nazionale della federazione Super Japan Pro Wrestling, quando all'improvviso sul ring sale un... calamaro gigante che lo sfida e gli strappa la cintura! Comincia da qui un film che sembrerebbe seguire il classico schema delle pellicole sportive (allenamenti, sfide, rivincite, momenti di difficoltà e vittoria finale) se non fosse per la demenziale trovata di metterci un cefalopode come protagonista. Il bello è che tutti i personaggi, a parte un primo attimo di sbigottimento, accettano la cosa senza particolari problemi ("È un preconcetto delle menti mediocri pensare che i calamari possano vivere solo in acqua"): e dunque vediamo il calamaro che viene intervistato dai giornalisti, che va a fare la spesa, che si allena (in un tempio buddista!) e che ha una storia d'amore con una ragazza che ha riconosciuto in lui il suo ex fidanzato, con tanto di momenti strazianti e strappalacrime. L'invertebrato, dall'aspetto tenero e incazzoso allo stesso tempo, è interpretato da un attore in un evidente costume di gomma (una lunga tradizione del cinema nipponico, per fortuna – a quanto pare – non accantonata con l'arrivo delle tecniche digitali), e lo stesso vale per i suoi successivi rivali, un lottatore-piovra e un pugile-crostaceo. Girato con pochi mezzi e ancor meno senso del ridicolo, è naturalmente un film da gustare a cervello spento, senza badare alla qualità di regia e recitazione e senza spirito critico (uno dei personaggi, a proposito di un plot twist nel finale, ha persino il coraggio di commentare "È difficile da spiegare razionalmente"). Oltre che ai fan del cinema trash, ha tutto per piacere anche agli appassionati di wrestling, del quale non è solo una parodia ma anche un sentito omaggio: nel personaggio di Godozan, per esempio, si può riconoscere il leggendario Rikidozan, la prima star nipponica della disciplina. Lo stesso regista ha realizzato in seguito altri film su animali umanizzati (un genere in cui si può inserire, volendo, anche "Porco rosso"), come "Executive Koala" o "Crab Goalkeeper".

6 commenti:

Spinoza ha detto...

Potrebbe quasi diventare uno dei miei film preferiti!

Christian ha detto...

Guardandolo in compagnia, con la giusta cerchia di amici, funziona a meraviglia! ^^

dan ha detto...

Hahah! Un matto, Kawasaki.

Christian ha detto...

Non dirmi che lo conoscevi! ^^

Ah, ma già, dimentico che sei della cricca di Asian World! ^^

dan ha detto...

Hahaha! Maledetto, frequenta un po' il forum, no?? Un asianofilo come te farebbe piacere averlo.

Christian ha detto...

Magari ci farò un salto dopo l'estate.
Adesso sono agli sgoccioli prima delle vacanze...