Lolita (Stanley Kubrick, 1962)
Lolita (id.)
di Stanley Kubrick – GB 1962
con James Mason, Sue Lyon
***
Rivisto in DVD, con Marisa.
Humbert Humbert, intellettuale europeo trasferitosi per lavoro in una cittadina americana, rimane folgorato dalla bellezza della quattordicenne "ninfetta" Lolita, al punto da sposarne la madre pur di poterle stare vicino. Dopo la morte (accidentale) della donna, si trasferirà con la ragazzina in un'altra città, ma i sospetti, la gelosia e la paranoia gli impediranno di vivere tranquillo insieme a lei. Tratto dal celebre e "scandaloso" romanzo di Vladimir Nabokov (che ha collaborato alla sceneggiatura, peraltro ampiamente rimaneggiata da Kubrick), è il film che ha portato il nome del regista definitivamente all'attenzione della critica e del grande pubblico. Visto l'argomento pruriginoso (ma sullo schermo non ci sono mai scene volgari o sessualmente esplicite, anche se è facile intuire cosa accade fra una dissolvenza e l'altra), Kubrick ha dovuto lottare duramente contro la censura dell'epoca, andando a girare in Inghilterra anziché negli Stati Uniti, innalzando l'età del personaggio (che nel romanzo ha solo dodici anni) ed eliminando alcuni dei passaggi più controversi (in alcune interviste successive, il regista si è lamentato di non aver potuto rendere più evidente l'attrazione erotica fra i due protagonisti). Anche così, tuttavia, la tensione psicologica rimane a livelli alti per tutto il film, mentre la scelta di cominciare la pellicola dal finale del libro (la resa dei conti fra Humbert e il suo "rivale" Quilty) e di narrare il resto attraverso un flashback aggiunge profondità alla seconda parte della vicenda, quella "on the road". Oltre ai due personaggi principali (la Lyon era all'esordio ma poi non ha avuto una carriera brillante, Mason rende bene la caratteristiche del suo personaggio, subdolo, ambiguo, intelligente e autodistruttivo), spiccano le ottime interpretazioni di Shelley Winters nei panni della madre di Lolita e di Peter Sellers (alla sua prima collaborazione con il regista che lo avrebbe poi diretto nel "Dottor Stranamore") in quelli del camaleontico e mefistofelico Clare Quilty. La scelta del cast fu alquanto problematica, visto che molti attori (come Laurence Olivier, cui era stata proposta la parte di Mason) rifiutarono di farsi coinvolgere, dati i temi tabù e l'assenza di personaggi positivi. Indimenticabile la scena (proposta anche all'inizio, sui titoli di testa), in cui Humbert mette lo smalto alle dita dei piedi di Lolita. Il nome del personaggio è entrato poi nel linguaggio comune e ha generato anche diversi neologismi (come "lolicon", da "lolita complex", usato spesso in Giappone).
7 commenti:
Film stupendo. Ovviamente non poteva che essere così. Per quanto riguarda lo scandalo è pazzesco constatare la follia di certa censura dell'epoca.
Mi piace però pensare che proprio film (e libri) come questo abbiano contribuito a cambiare la cultura della censura nei decenni successivi.
Kubrick ebbe problemi anche con la scena in cui Mason e Winters fanno l'amore e lui, per eccitarsi deve guardare la foto di Lolita.
Comunque la censura ha anche allargato le sue maglie rispetto a 40 anni fa, ma è viva e vegeta, purtroppo, sia a livello ministeriale, sia a livello sociale. Un saluto, un blog interessante.
Riguardo a quella scena, non esito a crederlo... In ogni caso, per fortuna alla fine K. è riuscito a lasciarla nel film! Ciao e grazie per la visita.
secondo me ricorda chiaramente l'ultimo film di K. (E.W.S.) il rapporto tra i due è, più che incestuoso o scandaloso, direi demoralizzante.
molto più incestuoso è un frammento di un film di bunuel: il fantasma della libertà.
questo film mi ha veramnte messo di pessimo umore e reso molto cinico della norma sui rapporti uomo-donna, esattamente lo stesso effetto di E.W.S.
K. era da giovane così come da vecchio: un cinico pessimista. infatti ci ha preso più lui 50 anni fa che i nostri registi contemporanei che pure godendo di una censura più larga non riescono a generare nello spettatore il medesimo senso di disgusto x la vera realtà dei rapporti umani che(a detta di K) sono deprimenti nel loro opportunismo e falsità. meravigliosa la scena in cui M. piange: la protagonista lo consola dolcemente solo dopo che lui la riempita di soldi. e ce ne sono di esempi. capolavoro. da confrontare con la spazzatura-remake a colori.
Non so, dopotutto il film parla di una relazione particolare e non mi sembra che Kubrick (o Nabokov) vogliano generalizzare o usarla come metafora di qualsiasi relazione uomo-donna... Quello fra Humpert e Lolita è un rapporto anomalo, al pari di quello fra Quilty e Lolita. La "normalità", seppur banale, è invece quella del matrimonio finale di Lolita con il giovane Dick: forse poco emozionante o trasgressiva, ma in grado di dare serenità nel lungo termine.
certo un ottimo film. lo rivedrò.
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