30 gennaio 2007

Vacanze romane (W. Wyler, 1953)

Vacanze romane (Roman Holiday)
di William Wyler – USA 1953
con Gregory Peck, Audrey Hepburn
***

Visto in VHS, con Hiromi.

Un classico della commedia romantica che però finora non avevo mai visto, anche se si tratta di uno di quei film così citati che di loro si sa già tutto anche prima di vederli: essendo stato girato interamente a Roma, poi, soprattutto nel nostro paese gode di una fama quasi esagerata rispetto ai suoi pregi. La trama è semplicissima: la giovane principessa di una piccola nazione europea, a Roma per un noioso viaggio diplomatico, fugge nottetempo dal palazzo per concedersi, per la prima e unica volta, una giornata di svago e di evasione dagli impegni dell'etichetta e dal rigido programma burocratico. Gira così per la città in incognito, in compagnia di uno spregiudicato giornalista americano che, a sua insaputa, l'ha riconosciuta e intende scrivere un articolo sulla sua fuga. Un film leggero e simpatico grazie anche a due interpreti in stato di grazia (soprattutto la Hepburn, al suo debutto come protagonista). Ma anche se la visita a una Roma presentata come un vero e proprio museo a cielo aperto (il Colosseo, la Bocca della Verità, Castel Sant'Angelo...) è briosa e vivace, la scena che mi è piaciuta di più è decisamente l'ultima, più triste e malinconica, quella della conferenza stampa in cui la principessa ringrazia con lo sguardo il giornalista per la splendida giornata trascorsa, prende commiato da lui e accetta serenamente il proprio destino di "reclusa regale". Una favola delicata e senza lieto fine, bella proprio per questo. Visto il successo, si pensò anche a un sequel, che però non venne mai fatto. Nominato a ben dieci premi Oscar, il film ne vinse tre: quelli per la miglior attrice, i costumi e la sceneggiatura. Quest'ultimo fu assegnato a Ian McLellan Hunter, nonostante il vero autore fosse Dalton Trumbo, che però non poteva essere accreditato apertamente perché sulla lista nera del Maccartismo. Soltanto nel 1993 l'Academy rimediò al'ingiustizia e attribuì ufficialmente la statuetta (postuma) a Trumbo.

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