16 luglio 2018

Il corridoio della paura (S. Fuller, 1963)

Il corridoio della paura (Shock corridor)
di Samuel Fuller – USA 1963
con Peter Breck, Constance Towers
**1/2

Rivisto in DVD.

Per risolvere un caso di omicidio avvenuto all'interno di un ospedale psichiatrico, Johnny Barrett (Breck), ambizioso giornalista che sogna di vincere il premio Pulitzer, ignora i timori della fidanzata (Towers), si finge pazzo e si fa ricoverare in quello stesso istituto. Riuscirà a svelare l'enigma, ma perderà la sanità mentale. Antesignano di "Qualcuno volò sul nido del cuculo", un film celebre per il ritratto angosciante e claustrofobico del mondo delle turbe mentali, di cui porta sullo schermo le origini e i sintomi con immagini potenti: se la pellicola è girata in un espressionistico bianco e nero, le visioni, i ricordi e le allucinazioni degli alienati sono invece a colori (e con una distorsione del formato). All'epoca scosse molti spettatori, visto oggi mostra invece tutti i suoi limiti e le sue ingenuità nella descrizione dei malati e dei processi della schizofrenia, per non parlare del ritratto degli psichiatri, che si lasciano ingannare troppo facilmente dalla finzione del protagonista, coadiuvato dalla fidanzata che simula di essere sua sorella, molestata da lui sin da piccola. Non mancano cliché o situazioni sopra le righe (l'assalto delle ninfomani, per esempio), e il crescendo della follia del giornalista è poco verosimile. Ma la tensione è ben costruita e l'intensità emotiva della pellicola è innegabile, anche perché sfiora molteplici temi socio-politici e legati all'attualità (la guerra, il razzismo, la paura del nucleare). Fra i pazienti dell'ospedale psichiatrico, infatti, oltre al gigantesco Pagliacci (Larry Tucker), obeso cantante d'opera, spiccano i tre testimoni che Johnny deve interrogare approfittando dei loro brevi momenti di lucidità: un soldato della guerra di Corea che ha disertato per passare ai comunisti e che crede di essere un generale sudista (James Best), uno studente nero che inneggia al razzismo e al Ku Klux Klan (Hari Rhodes), e un fisico atomico regredito all'età di sei anni (Gene Evans). John Matthews è il dottor Cristo (!), direttore dell'istituto. Fuller aveva scritto il soggetto per Fritz Lang già negli anni quaranta. In apertura e chiusura del film c'è una citazione di Euripide: "Colui che gli dei vogliono distruggere, per prima cosa viene reso pazzo".

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