22 luglio 2023

Nel nome del padre (M. Bellocchio, 1972)

Nel nome del padre
di Marco Bellocchio – Italia 1972
con Yves Beneyton, Renato Scarpa
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Visto in TV (RaiPlay).

Per punirlo della mancanza di rispetto verso il padre, il giovane Angelo Transeunti (Yves Beneyton) viene mandato in collegio, in un istituto religioso maschile. Insofferente non verso la disciplina in sé (che anzi invoca) quanto verso regole che ritiene assurde e datate, nonché verso l'ipocrisia di un sistema autoritario, patriarcale e religioso in cui non si riconosce, il ragazzo non esita a manifestare in ogni occasione il proprio disprezzo verso il corpo insegnante e i suoi stessi compagni. E più portato a comandare che a obbedire, trascina tutti in una rivolta contro l'ordine costituito e il pensiero religioso (a tutti i livelli, superstizioni popolari comprese). Ispirato a esperienze autobiografiche (si svolge nel 1958, l'anno della morte di Pio XII, di cui si parla in tv), il film di Bellocchio è quasi una rilettura ideologica di "Zero in condotta" di Vigo: ma lì la ribellione alle autorità era l'espressione di anarchica individualità e volontà di autodeterminazione, un desiderio di esprimere sé stessi anche attraverso il caos. Qui, invece, i toni grotteschi colorano il tutto di un'amara satira politica (Angelo – come suggeriscono la sua divisa e il suo aspetto – è chiaramente un "nazista", seguace della scienza e delle idee del Superuomo, oltre che un narcisista che non ha paura di nulla perché si sente superiore agli altri): non ci si ribella più per divertimento, ma per rabbia, così come non si recita per dare conforto o piacere allo spettatore (nella rappresentazione teatrale ispirata al "Don Giovanni", la cui ribellione è infatti contro tutto: il padre, la scuola, l'autorità e Dio stesso) ma per suscitare paura e angoscia. Nonostante alcuni momenti interessanti, per quanto cupi, l'insieme è un po' troppo episodico e confuso, anche perché al tempo stesso vuole essere omnicomprensivo (alla rivolta degli studenti figli di papà, ovvero quelli delle classi agiate, si sovrappone quella dei servitori, i camerieri e i bidelli della scuola, per motivo ben più prosaici, sindacali e "di sinistra"). Renato Scarpa è il vice rettore, Aldo Sassi è Franco, compagno "filosofo" di Angelo. Piccoli ruoli per Laura Betti (la madre di Franco) e Lou Castel (uno degli inservienti). Musiche di Nicola Piovani. Da non confondere con l'omonimo film di Jim Sheridan del 1993.

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