8 novembre 2022

Wendell & Wild (Henry Selick, 2022)

Wendell & Wild (id.)
di Henry Selick – USA 2022
animazione a passo uno
**

Visto in TV (Netflix).

Per riportare in vita i genitori defunti, l'orfana ribelle Kat Elliot stringe un patto con i suoi "demoni personali", Wendell e Wild, accettando di "evocarli" sulla Terra, dove i due demoni intendono costruire un parco dei divertimenti (!). Seguirà caos. A tredici anni di distanza da "Coraline", Henry Selick torna alla regia con un altro film animato in stop motion, sceneggiato insieme a Jordan Peele (che, in coppia col comico Keegan-Michael Key, suo sodale di vecchia data, fornisce le voci dei due demoni in questione), sempre all'insegna della commedia horror e macabra. I personaggi sono tantissimi: dalla protagonista punk e trasgressiva, all'amico Raul e le altre compagne della scuola cattolica in cui viene rinchiusa, dal diavolo "capo" Buffalo Belzer (Ving Rhames) alla suora esorcista Sorella Helley (Angela Basset), dal prete zombie Padre Best ai loschi imprenditori Lane e Irmgard Klaxon che intendono arricchirsi costruendo "prigioni private", più molti altri ancora: in effetti soggetto e sceneggiatura sono così densi di eventi e di personaggi da lasciare poco respiro all'insieme, dando luogo a una narrazione confusa, con tanti cambi di direzione e spunti accennati senza il necessario approfondimento. Fra momenti bizzarri e surreali, altri di pura black comedy in stile Grand Guignol, inconsueti messaggi sociali e politici e numerose sequenze slapstick, si rischia di perdere la trebisonda. Ma la pellicola si tiene a galla per il suo aspetto visivo, sempre interessante a livello grafico (ai pupazzi 3D si affiancano sezioni in cutout animation), e per quello che è forse l'unico filo conduttore della storia svolto con coerenza, ovvero le riflessioni sul rapporto fra genitori e figli (non solo Kat con i suoi, ma anche i due demoni con il padre satanico e la compagna di classe Siobhan con i due imprenditori). Visti i progressi della tecnica, l'animazione a passo uno è ormai quasi indistinguibile da quella al computer (e in un certo senso è un peccato).

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