2 novembre 2022

Midsommar (Ari Aster, 2019)

Midsommar - Il villaggio dei dannati (Midsommar)
di Ari Aster – USA/Svezia 2019
con Florence Pugh, Jack Reynor
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Visto in TV (Prime Video).

La studentessa americana Dani (Florence Pugh), insieme al fidanzato Christian (Jack Reynor) ed altri amici interessati ai riti e all'antropologia, si reca in un remoto villaggio nel nord della Svezia per assistere a un antico e misterioso festival pagano che celebra la "mezza estate". Ma ben presto i ragazzi – fra i quali già serpeggia una certa tensione, e che non esitano nel far uso di droghe – si accorgono che, dietro l'atmosfera quasi hippy e idilliaca e all'accoglienza apparentemente cordiale degli abitanti del villaggio, si nascondono usanze e cerimonie macabre e ancestrali, legate alla natura e al ciclo della vita e della morte. Il secondo film di Aster dopo "Hereditary" del 2018 è un horror decisamente particolare, dalle atmosfere sospese e inquietanti, che non punta su mostri o jump scare bensì su un senso crescente di straniamento, cui la protagonista, peraltro, non è affatto insensibile: proprio lei, fra tutti, si scoprirà sempre più assorbita dagli strani riti e dalle usanze del villaggio, al punto da entrare lentamente a far parte di quella che è un'unica grande "famiglia", comprendendo e accettando il significato delle cerimonie meglio degli altri, mentre gli amici, perché rifiutano o trasgrediscono le regole (come in una fiaba), faranno una brutta fine, in un crescendo terrificante. A livello di contenuti non mancano elementi disturbanti, come il suicidio, la disabilità, l'endogamia. A livello di stile, invece, la bella regia sa come creare una sensazione di sospensione angosciante senza dover ricorrere a particolari effetti speciali (solo scenografie e costumi, ma anch'essi molto semplici: quasi tutto il film è girato in esterni e in un grande campo verde, con una fotografia luminosa – d'altronde siamo sotto il sole di mezzanotte – mentre gran parte degli abiti degli abitanti del villaggio sono tuniche bianche). Anche in questo caso, brutto e del tutto inappropriato il sottotitolo italiano (che c'entrano i dannati?), che richiama il classico di Wolf Rilla del 1960 (o il suo remake di John Carpenter), con cui non ha invece nessun legame.

2 commenti:

Babol ha detto...

Di sicuro uno dei film che mi ha spiazzata di più negli ultimi anni. Non ho ancora avuto modo di riguardarlo e apprezzarlo come meriterebbe!

Christian ha detto...

Spiazza sì. Fra la sua ambientazione originale e i riferimenti al folklore ancestrale (in qualcosa mi ha ricordato "La quinta stagione" di Brosens e Woodworth) si lascia ricordare di sicuro! E come regista Aster mi pare molto dotato, a giudicare dai due lungometraggi finora realizzati.