26 aprile 2022

Teresa Venerdì (Vittorio De Sica, 1941)

Teresa Venerdì
di Vittorio De Sica – Italia 1941
con Vittorio De Sica, Adriana Benetti
**1/2

Visto in TV (Prime Video).

Il giovane pediatra Pietro Vignali (De Sica), medico fannullone e mantenuto dal padre ricco (Annibale Betrone), è costretto dal genitore, stufo del suo stile di vita, ad assumere l'incarico di ispettore sanitario in un orfanotrofio femminile. Qui conosce l'intraprendente orfanella diciottenne Teresa Venerdì (Adriana Benetti), che lo assiste come infermiera e si innamora di lui, riportando in qualche modo ordine nella sua vita (non senza, in primo luogo, una buona dose di scompiglio). Il terzo film di De Sica come regista è un garbato mix fra commedia degli equivoci e melodramma romantico, sulla falsariga del precedente "Maddalena... zero in condotta": la sceneggiatura, ispirata a un soggetto dell'ungherese Rezső Török (come da consuetudine per il cosiddetto "cinema dei telefoni bianchi", che si appoggiava spesso a lavori teatrali di autori magiari), è spigliata e vivace, con le peripezie di un Pietro vessato da un lato dai debiti e dai creditori, e dall'altro da vicende sentimentali incrociate: ha infatti un'amante (Anna Magnani!), che fa la cantante e la soubrette, e un'inopportuna fidanzatina (Irasema Dilian) frivola e svampita, che parla sempre in rima perché appassionata di poesia. C'è poi spazio anche per varie macchiette comiche, a partire da Antonio Perticone (Virgilio Riento), il cameriere combinaguai, di bassa estrazione e poco avvezzo alle buone maniere dell'alta società. Proprio diverse frecciatine legate ai rapporti fra le classi sociali si annidano dietro l'apparente leggerezza (vedi il disdegno degli arricchiti, o aspiranti tali, verso i servi o i lavori più umili; il diverso tipo di rapporto nei confronti delle arti; l'atteggiamento dei medici più anziani, che per ogni malanno prescrivono l'olio di ricino). Guglielmo Barnabò è Agostino Passalacqua, il padre della fidanzata Lilli; Elvira Betrone è la direttrice dell'orfanotrofio.

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