4 marzo 2022

Belfast (Kenneth Branagh, 2021)

Belfast (id.)
di Kenneth Branagh – GB 2021
con Jude Hill, Caitríona Balfe, Jamie Dornan
**1/2

Visto al cinema Colosseo, con Marisa e Licia.

I disordini del 1969 in Irlanda del Nord visti attraverso gli occhi di un bambino di nove anni, Buddy (Jude Hill), testimone degli scontri fra protestanti e cattolici che hanno insanguinato il paese. Buddy abita con la famiglia (protestante e di classe operaia) in una strada di Belfast dove fino ad allora avevano convissuto famiglie di entrambe le religioni. Gli scontri e il clima sempre più teso costringeranno però il padre (Jamie Dornan), che già lavora spesso in Inghilterra, a prendere la decisione di trasferirsi definitivamente a Londra con la famiglia. Praticamente autobiografico (come Buddy, Branagh è nato a Belfast nel 1960 e si è trasferito in Inghilterra con i genitori quando aveva nove anni), il film trasfigura la realtà attraverso la lente dei ricordi, della nostalgia e dell'immaginazione: le amicizie, i giochi, la cotta per una compagna di scuola, i rapporti con i genitori e con i nonni (Ciarán Hinds e Judi Dench), la passione per il cinema fanno da contorno alla dura situazione che mette le famiglie le une contro le altre e costringe a ergere barricate all'ingresso delle strade. Girato in bianco e nero (con occasionali inserti colorati, alla "Heimat"), il film contestualizza la vicenda facendo ampio uso di riferimenti culturali, anch'essi che pescano dai ricordi d'infanzia: i film visti al cinema in quegli anni, come "Che fine ha fatto Liberty Valance", "Mezzogiorno di fuoco" (la cui canzone "Do not forsake me, oh my darling" fa da sfondo anche allo showdown – proprio in stile western – fra il padre di Buddy e il lealista cattivo (Colin Morgan) davanti al supermercato del quartiere), "Un milione di anni fa", "Citty Citty Bang Bang"; le serie tv come "Star Trek" e "Thunderbirds"; e naturalmente l'evento principale di quei mesi, ovvero lo sbarco sulla Luna, che domina incontrastato nell'immaginario di bambini (e adulti). Peccato però che gran parte della sceneggiatura risulti ovvia e didascalica, e che, pur nel comprensibile intento di non travisare, banalizzare o spettacolarizzare l'argomento, si faccia fatica a farsi coinvolgere o a stabilire un legame emotivo con i personaggi (a parte il bambino). Forse è un difetto insito nell'aver scelto il punto di vista di Buddy, che solo a tratti percepisce che ci siano problemi (non solo i "Troubles", ma anche le difficoltà economiche della famiglia, i rapporti con i vicini, i problemi di salute del nonno). E tutto si svolge in un piccolo ambiente, una strada e un quartiere, che come un microcosmo rispecchiano una realtà più grande da cui bisogna scegliere se fuggire o meno (la dedica finale è "A coloro che sono fuggiti, a coloro che sono rimasti, e a coloro che si sono persi"). Colonna sonora di Van Morrison. Sette nomination agli Oscar, comprese quelle per il miglior film, la regia e la sceneggiatura. Sciatto l'adattamento italiano, che lascia in inglese senza un motivo (e senza sottotitoli) spezzoni di film e canzoni i cui testi sono invece importanti nel contesto.

4 commenti:

Marisa ha detto...

Il coinvolgimento è reso un pò difficile e più complicato dall'attuale preoccupazione e bombardamento di notizie e immagini della guerra in Ucraina, realtà che supera la fantasia e che va ben oltre l'ingenua visione del bambino... Sicuramente se l'avessi visto(parlo per me, naturalmente) un mese fa, mi sarebbe piaciuto di più.
Resta il fatto che Branagh dà il meglio di sé nelle rivisitazioni di Shakespeare.

Babol ha detto...

Gli adattamenti italiani, ultimamente, a me paiono tutti sciatti. Non capisco come sia possibile.
Ciò detto, siamo in simultanea, oggi, ma a me Belfast ha coinvolto molto di più e mi sono terribilmente commossa.

Christian ha detto...

Marisa: Anche secondo me i film "shakespeariani" di Branagh hanno una marcia in più rispetto agli altri, dove spesso la teatralità e la caratterizzazione dei personaggi (privi di sottigliezza, soprattutto i comprimari) va un po' fuori misura...

Babol: Sono almeno dieci-vent'anni che il doppiaggio italiano è nettamente crollato di livello... A me il film ha coinvolto pochino anche perché di pellicole come questa (cioè con eventi tragici visti da un bambino) ne ho già viste davvero tante in passato, e questa non mi ha aggiunto né lasciato molto... Ciò detto, ha i suoi meriti, soprattutto a livello di regia e di ricostruzione di un'atmosfera.

Christian ha detto...

Aggiornamento Oscar: "Belfast" ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura originale.