22 gennaio 2019

I Origins (Mike Cahill, 2014)

I Origins (id.)
di Mike Cahill – USA 2014
con Michael Pitt, Àstrid Bergès-Frisbey, Brit Marling
*1/2

Visto in divx alla Fogona, con Marisa, Monica e Roberto.

Il biologo molecolare Ian Gray studia l'evoluzione dell'occhio per dimostrare che Dio non esiste (soprattutto negli Stati Uniti, infatti, questo è uno degli argomenti chiave nel dibattito fra scienziati e creazionisti). Dopo la tragica morte della sua fidanzata Sofi, che a differenza sua era profondamente credente, proprio la struttura dei suoi occhi gli farà scoprire una sconvolgente verità sulla reincarnazione. Il secondo film del regista di “Another Earth” cerca, come il precedente, di mantenersi in equilibrio fra la fantascienza e il romantico-filosofico (o addirittura, in questo caso, la religione), ma stavolta il risultato è un po' un pasticcio, che affonda fra luoghi comuni (la netta divisione fra lo scienziato ateo e la ragazza “aperta” alla spiritualità, che lo critica perché con i suoi esperimenti di modificazione genetica di esseri viventi in laboratorio “gioca a fare Dio”), confusione narrativa (troppi ingredienti vengono introdotti senza che abbiano il necessario payoff: la lesione agli occhi di Ian o il prete incontrato in ascensore, per esempio) e, cosa peggiore di tutte, le stimmate del film a tesi (vedi anche l'utilizzo delle coincidenze). L'ultima parte, quella ambientata in India, dove il protagonista si reca in cerca della possibile reincarnazione della sua amata, è in particolare talmente prevedibile da mettere a repentaglio anche l'eventuale buona disposizione dello spettatore. E il continuo insistere sulla dicotomia (a livello peraltro banale) fra scienza e religione rivela soltanto un'ossessione tipicamente americana. Peccato, perchè la forma della pellicola non era male, con il suo ritmo rilassato e la fotografia suggestiva, ma finisce per essere sovrastata dai (discutibilissimi) contenuti.

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