Verso la gioia (Ingmar Bergman, 1950)
Verso la gioia (Till glädje)
di Ingmar Bergman – Svezia 1950
con Stig Olin, Maj-Britt Nilsson
**1/2
Visto in divx, in originale con sottotitoli.
Stig e Marta sono due giovani violinisti appena entrati a far parte della modesta orchestra di Helsingborg, diretta dall'anziano e saggio Sönderby (Victor Sjöström). Soli e infelici, cercano conforto l'uno nell'altra, fino a innamorarsi e sposarsi. Ma la loro relazione, proprio come la loro carriera artistica, sarà costellata di alti e bassi, fra momenti lieti e dissapori, separazioni e riappacificazioni. In particolare l'ambizione di Stig, che aspira a diventare solista, si scontra con la dura realtà e la propria mediocrità, come testimonia il suo fallimento durante un'esecuzione del concerto di Mendelssohn. Alla fine l'uomo comprende che la felicità risiede nel poco che si ha, che è decisamente effimero e puo esserci tolto in ogni momento. E infatti, quando tutto sembra che vada finalmente per il meglio, arriverà una tragedia (annunciata nella prima scena: l'intera vicenda è poi narrata in flashback). Opera apparentemente minore (e un po' deprimente) di Bergman, è in realtà un film già compiuto che, nella semplicità della vicenda, mette in scena un'intensa meditazione sul destino dell'uomo, un fragile percorso "verso la gioia" costellato di errori e di illusioni: nel finale, suonando la Nona Sinfonia di Beethoven, il protagonista comprende come si tratti di "una gioia che trascende tutto, che va al di là della nostra comprensione, del dolore o della disperazione", per usare le parole di Sönderby. Proprio grazie alla presenza di Sjöström, il film prefigura in un paio di scene "Il posto delle fragole" (si pensi al momento in cui il direttore d'orchestra, sdraiato sull'erba, ammira la felicità della coppia).
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