9 gennaio 2018

Tutti i soldi del mondo (Ridley Scott, 2017)

Tutti i soldi del mondo (All the Money in the World)
di Ridley Scott – USA 2017
con Michelle Williams, Christopher Plummer
*1/2

Visto al cinema Colosseo, con Sabrina, Marisa e Luciana.

Nel 1973 il sedicenne Paul (Charlie Plummer) viene rapito a Roma dalla 'ndrangheta, che chiede un cospiscuo riscatto per la sua liberazione. Ma il nonno John Paul Getty (Christopher Plummer), pur essendo "l'uomo più ricco del mondo", non intende sborsare un quattrino. Toccherà alla madre Abigail (Michelle Williams), aiutata dall'ex agente dei servizi segreti Fletcher Chase (Mark Wahlberg), cercare di salvare il ragazzo, conducendo trattative su due fronti opposti: con i rapitori – attraverso il simpatetico "Cinquanta" (Romain Duris) – e con l'inflessibile magnate. Da un celebre fatto di cronaca degli anni settanta (reso ancor più celebre da alcuni particolari cruenti, come l'orecchio mozzato al ragazzo e inviato ai familiari per sollecitare il pagamento del riscatto), un thriller hollywoodiano con tutte le carte in regola per intrattenere ma anche senza guizzi. Scott dirige in maniera solida ma più anonima del solito, la ricostruzione d'epoca è buona ma il ritratto dell'Italia che ne esce è decisamente stereotipato (sembra quasi che le fonti di ispirazione siano stati i film di Fellini, di Pasolini e di Sergio Leone: Romain Duris, esteticamente, pare uscito da uno spaghetti western). Il vero punto debole è la sceneggiatura, con una caratterizzazione non particolarmente intrigante. Per esempio, non si comprende fino in fondo la reale natura di Getty, che resta distante anche per gli spettatori: un semplice avaro, alla Zio Paperone, o un cinico calcolatore che non intende incoraggiare i rapitori? E perché all'ultimo momento cambia idea sul pagamento del riscatto? Fondamentalmente inutile, poi, il personaggio dell'agente Chase. In ogni caso, a parte quello delle relazioni familiari, il tema del denaro è ubiquo: si ritrova in ogni rapporto umano e in ogni momento della contrattazione (come nella scena in cui la stampa propone ad Abigail di acquistare le fotografie dell'orecchio mozzato del ragazzo). Nel cast, i migliori sono i due Plummer (a quanto mi risulta, l'omonimia è un caso: i due non sono imparentati). Il film era stato già stato terminato con Kevin Spacey nel ruolo di Getty, ma lo scandalo sessuale che ha coinvolto l'attore ha spinto i produttori a sostituirlo con Christopher Plummer (che peraltro era stato la prima scelta del regista), costringendo Scott a girare nuovamente tutte le scene con il personaggio. Una mossa ipocrita, a mio parere (che si fa: distruggiamo o "correggiamo" tutti i film girati da Spacey in passato?), perché arte e vita privata devono rimanere distinte, altrimenti anche le opere di Caravaggio non dovrebbero essere più esposte nei musei, i libri di Céline o di Rimbaud non dovrebbero essere letti, le canzoni di Michael Jackson non dovrebbero essere ascoltate. Per la qualità del film, tuttavia, probabilmente è stato meglio così (a meno che un'eventuale uscita della versione originale, fra qualche anno, non smentisca tutti).

3 commenti:

MikiMoz ha detto...

Mi ispirava per l'ambientazione italiana anni '70 (curioso di vederne la ricostruzione, in un kolossal Usa) e per Spacey.
L'inutile sostituzione dell'attore mi ha fatto desistere e non darò nemmeno un soldo del mondo a Scott per questo film.

Moz-

Christian ha detto...

Plummer è comunque bravo, la ricostruzione storica è alquanto stereotipata (dell'Italia si vedono solo monumenti, poliziotti, camorristi e paparazzi). E il film è assolutamente perdibile, secondo me.

MikiMoz ha detto...

Perfetto, e allora lo assolutamente perderò :)

Moz-