La banda del trucido (Stelvio Massi, 1977)
La banda del trucido
di Stelvio Massi – Italia 1977
con Tomas Milian, Luc Merenda
*1/2
Visto in divx.
Sequel de "Il trucido e lo sbirro", il film che aveva introdotto il personaggio di Er Monnezza. Il regista della prima pellicola, Umberto Lenzi, rimase deluso dal fatto che Milian avesse scelto di farsi dirigere da Massi, ma lo stesso anno realizzò a sua volta un proprio sequel, "La banda del gobbo". Pur restando un poliziottesco con tutti i crismi (per lunghi tratti il vero protagonista è il commissario Ghini, interpretato da Luc Merenda, a capo dell'unità anticrimine dopo che un suo collega è rimasto ucciso in un attentato), ambientato nel sottobosco della criminalità romana, il film comincia a spostare i toni del personaggio sul versante della commedia, rendendolo protagonista di una serie di scenette di vita "familiare", slegate da tutto il resto, che francamente sembrano improvvisate e lasciano il tempo che trovano. Monnezza, infatti, ha apparentemente abbandonato il crimine per aprire un ristorante ("Alla pernacchia", dove si accolgono i clienti a suon di parolacce), e ha pure un figlioletto, "Monnezzino", che è costretto ad accudire perché la madre è sempre assente per recitare in scalcinati film demenziali (qua e là non mancano frecciatine al cinema italiano: vedi la ragazza di Ghini che, invitata al cinema, replica: "Purché sia un film divertente, e non un orribile poliziesco all'italiana"). Nel frattempo, però, addestra all'arte del borseggio un gruppo di giovani taccheggiatori (la banda del titolo), molti dei quali abbastanza negati. La sceneggiatura è sfilacciata ed episodica, con i due protagonisti che non si incontrano praticamente mai, se non brevemente nel finale, quando Monnezza entra in scena di persona per vendicare l'amico Ranocchia (Paolo Bonetti), uno dei suoi protetti, ucciso dal siciliano Belli (Elio Zamuto), rapinatore senza scrupoli a cui Ghini dà da tempo la caccia. Nel cast anche Franco Citti, Mario Brega, Massimo Vanni e Nicoletta Piersanti. Milian, come sempre doppiato da Ferruccio Amendola, ha scritto da sé le sue battute, particolarmente sboccate. Le musiche di Bruno Canfora sono riciclate dal film precedente.
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