The assassin (Hou Hsiao-hsien, 2015)
The assassin (Cike nie yinniang)
di Hou Hsiao-hsien – Taiwan/Cina/HK 2015
con Shu Qi, Chang Chen
*1/2
Visto al cinema Palestrina.
La giovane Nie Yinniang (Shu Qi), addestrata fra le montagne all'arte della spada da una monaca taoista (Fang-yi Sheu), torna in patria con il compito di assassinare il cugino Tian Ji'an (Chang Chen), governatore militare della provincia di Weibo che si ribella all'autorità della corte imperiale. Ma non avrà il cuore di portare a termine la missione, anche perché proprio Tian era stato il suo promesso sposo. HHH ha impiegato oltre cinque anni di lavoro per adattare un racconto popolare cinese del nono secolo dopo Cristo (ambientato al tempo della dinastia Tang). Il regista taiwanese si è sempre contraddistinto per un cinema molto attento alla forma, e la tendenza raggiunge qui forse il suo apice. L'aspetto visivo è senza dubbio affascinante: costumi, scenografie e paesaggi naturali mozzano il fiato per la loro bellezza, e la contemplazione è favorita dal ritmo lento e ieratico e dalla regia elegante e misurata (quantomeno curiosa, però, la scelta del formato 4:3). Ma la struttura narrativa è confusa, imperfetta o, nel migliore dei casi, enigmatica: e manca del tutto il coinvolgimento emotivo nelle vicende dei personaggi, anche perché i loro comportamenti sono presentati senza motivazioni o appigli (a parte il vago contesto storico, riassunto brevemente all'inizio della pellicola). Pertanto, nonostante i tanti elogi ricevuti dalla critica, si rimane annoiati e delusi di fronte a un film che getta nel mix un po' di tutto ma senza approfondire nulla e lasciando irrisolti molti fili: intrighi militari, politici, sentimentali, arti marziali e persino magia nera. È comunque sempre un piacere rivedere sullo schermo la bellissima Shu Qi (che per HHH aveva già recitato in "Millenium mambo" e "Three times"), anche se stavolta non ha occasione di mostrare il suo sorriso. Premio per la miglior regia al festival di Cannes. Interessante la colonna sonora di Lim Giong. Il doppiaggio italiano lascia inspiegabilmente delle parole in inglese ("Lord Tian").
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