16 giugno 2014

Timbuktu (Abderrahmane Sissako, 2014)

Timbuktu (id.)
di Abderrahmane Sissako – Francia/Mauritania 2014
con Ibrahim Ahmed, Abel Jafri
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Visto al cinema Arcobaleno, in originale con sottotitoli
(rassegna di Cannes).

A Timbuktu, ai confini del deserto del Sahara, arriva un gruppo di ribelli islamici che occupa la città e instaura la legge della sharia: divieto di fare musica, di fumare, di indugiare in qualsiasi forma di svago, di andare in giro con parti del corpo scoperte (per le donne)... La popolazione, rassegnata, ubbidisce, anche se molti a modo loro tenteranno di ribellarsi. Tanti piccoli episodi si dipanano attorno a una trama principale: quella di Kidane, pastore nomade che ha scelto di vivere con la sua famiglia ai margini del deserto, e che uccide senza volerlo il pescatore che gli aveva abbattuto una mucca, rea di essersi avvicinata troppo alle sue reti nel fiume. La denuncia contro il fondamentalismo, i soprusi e le violenze dei fanatici è puntuale e rigorosa, ma è sempre accompagnata da una vena di ironia che sdrammatizza (numerosi i momenti in cui l'estremismo o le ipocrisie dei jihadisti sono messe in ridicolo e portate allo scoperto). E non mancano alcune vette surreali (la partita di calcio giocata senza pallone, che richiama la celebre partita a tennis del "Blow up" di Antonioni).

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