Ricomincio da tre (M. Troisi, 1981)
Ricomincio da tre
di Massimo Troisi – Italia 1981
con Massimo Troisi, Fiorenza Marchegiani
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Rivisto in divx alla Fogona, con Sabrina.
Il timido e irrequieto Gaetano lascia Napoli per Firenze, dove spera di "ricominciare da tre" ("Tre cose mi sono riuscite nella vita, perché devo perdere pure queste?"). Qui sarà raggiunto dall'invadente amico Lello (Arena) e si innamorerà della bella Marta, infermiera in un istituto di igiene mentale e scrittrice a tempo perso, con la quale sceglierà di crescere un figlio forse non suo (memorabile la gag – che chiude il film – sul nome da dare al bambino: corto, come Ugo, e non lungo, come Massimiliano, altrimenti "crescerà scostumato"). Il folgorante esordio (anche alla regia) di Massimo Troisi, già attore teatrale e televisivo, fa conoscere anche al cinema un nuovo talento della comicità napoletana, che innesta temi esistenzialisti su uno sfondo al tempo stesso realista e surreale (vedi gli esercizi di telecinesi), contemporaneo e astratto, con dialoghi talvolta ai limiti della commedia dell'assurdo. L'utilizzo di un dialetto assai stretto rende forse poco comprensibile parte dei dialoghi a un'ampia fetta di pubblico, ma ha il pregio di favorire la spontaneità e la naturalezza degli interpreti (anche se il lavoro di scrittura sottostante c'è e si vede: non siamo di fronte a improvvisazioni ma a una vera sceneggiatura – opera dello stesso Troisi in collaborazione con Anna Pavignano – che scava a fondo nelle psicologie e negli atteggiamenti dei personaggi). Gaetano, già goffo e impacciato di suo, si trova di fronte a una serie di caratteri eccentrici e caricaturali (dai pazzi del manicomio dove lavora Marta, a figure come l'amante della zia o il dottore tedesco che cura Lello dopo la caduta in bicicletta; o ancora, dal cugino americano Frank, che lo conduce con sé come predicatore porta a porta, allo sventurato "Robertino", vessato e recluso in casa dalla madre bigotta) di fronte ai quali la sua personalità risalta ancor di più come libera e sincera. Ma anche Marta, moderna e indipendente, potrebbe sembrare fin troppo sofisticata per lui: e difatti lo mette di fronte a dilemmi morali e a questioni di gelosia per le quali Gaetano è decisamente impreparato. Efficaci le gag verbali, spesso costruite su un crescendo a partire da uno spunto minimale (come quella su San Francesco, alla cui logorrea nei confronti degli animali si dovrebbe persino la migrazione degli uccelli!); e non mancano i tormentoni (ogni volta che Gaetano dichiara di venire da Napoli, per esempio, viene creduto un emigrante; a un certo punto lui sbotta: "Qui pare che i napoletani non possono viaggiare, possono solo emigrare!"). Grande successo di pubblico (oltre 600 giorni di programmazione nelle sale!) e di critica (due David di Donatello, per il miglior film e il miglior attore). La colonna sonora è di Pino Daniele. Il papà di Gaetano (che attende perennemente un miracolo che gli faccia ricrescere l'arto) è interpretato dal vero padre dell'attore, Lino Troisi.
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