Snake in the eagle's shadow (Yuen Woo-ping, 1978)
Il serpente all'ombra dell'aquila (Se ying diu sau)
di Yuen Woo-ping – Hong Kong 1978
con Jackie Chan, Yuen Siu-tien
**1/2
Rivisto in DVD, in originale con sottotitoli inglesi.
All'apparenza un gongfupian come tanti altri, si tratta invece di un film fondamentale nella storia del cinema di Hong Kong. Oltre a segnare il debutto alla regia di Yuen Woo-ping (il futuro coreografo, fra le altre cose, di "Matrix", "Kill Bill" e "La tigre e il dragone"), è anche la pellicola che – insieme a "Drunken master", realizzato pochi mesi più tardi dalla stessa troupe e con lo stesso cast – trasforma definitivamente Jackie Chan nella nuova superstar del cinema di arti marziali, rendendolo popolarissimo dapprima in oriente e poi anche in occidente. Se il film si apre con un combattimento che più classico non si può, ben presto prende le distanze dai vecchi stilemi del genere grazie all'innesto di gag e momenti umoristici che sembrano provenire direttamente dalle comiche mute del cinema americano degli anni venti. Il protagonista è un orfano sempliciotto, vessato in continuazione nella scuola di kung fu dove vive: novello "cenerentolo", gli è impedito di seguire le lezioni e ha invece il compito di fare le pulizie, oltre a essere utilizzato dagli inetti insegnanti (fra cui il caratterista Dean Shek) come punching bag umano durante le dimostrazioni. Dopo aver accolto e curato un vecchio mendicante (che in realtà è l'ultimo maestro sopravvissuto della scuola del Pugno del Serpente, in fuga dalla setta rivale dell'Artiglio dell'Aquila), viene da lui sottoposto a un duro addestramento e impara a padroneggiarne le tecniche. Nello scontro finale con il capo del clan rivale (Hwang Jang-Lee) utilizzerà però uno stile ancora diverso, da lui stesso ideato e ispirato alle zampate del gatto. Oltre alle gag e alle smorfie, che lo differenziano dai tanti seriosi imitatori di Bruce Lee che infestavano i film di arti marziali dell'epoca, Jackie dà sfoggio di tutta la propria prestanza fisica in una serie di combattimenti tanto inusuali quanto dinamici (nel corso di quello finale perde persino un dente!): gli manca ancora la caratteristica di sfruttare a proprio vantaggio l'ambiente e gli oggetti che lo circondano, ma l'equilibrio fra i momenti comici e quelli d'azione è già ben dosato. La colonna sonora è a base di musica elettronica "rubata" a Jean-Michel Jarre (si riconosce il tema di "Oxygene"), com'era consuetudine nelle produzioni di Hong Kong di allora. L'anziano maestro è interpretato dall'ottimo Yuen Siu-tien (noto anche come Simon Yuen), padre del regista, che tornerà – in un ruolo simile ma ancora più leggendario – in "Drunken master". Fra i cattivi, si fa ricordare per curiosità il falso prete occidentale (Roy Horan).
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