The aviator (Martin Scorsese, 2004)
The aviator (id.)
di Martin Scorsese – USA 2004
con Leonardo DiCaprio, Cate Blanchett
**1/2
Rivisto in DVD, con Ilaria, Ginevra ed Eleonora.
Nel raccontare la vita del magnate Howard Hughes, e in particolare gli anni che vanno dal 1927 al 1947 (Hughes morì poi nel 1976), Scorsese realizza uno dei suoi film più "grandi", programmaticamente parlando, e bigger-than-life. Come "Quarto potere", è un monumento alla genialità, alla megalomania e alla follia di un personaggio straordinario, tipicamente americano, che – fra le altre cose – ha lasciato la sua impronta indelebile nei campi dell'aviazione militare e civile e della produzione cinematografica (e non è facile immaginare che proprio il suo ruolo in quest'ultimo settore sia stato il motivo che ha attirato in primo luogo l'interesse del regista, da sempre innamorato del cinema statunitense classico degli anni trenta e quaranta, come sa bene chi ha visto lo splendido documentario "Viaggio nel cinema americano"). Industriale, ingegnere, pilota, appassionato di film (da produttore – "Scarface" di Howard Hawks – e da regista – "Gli angeli dell'inferno" e "Il mio corpo ti scalderà": tutte pellicole eccessive e di forte impatto) e di volo (oltre ad aver stabilito numerosi recordi di velocità, ha costruito apparecchi innovativi – come il mastodontico "Hercules" – ed è stato il proprietario della TWA, che ha aperto alle rotte internazionali), Hughes è diventato celebre presso il grande pubblico per i suoi numerosi flirt con grandi dive del cinema (su tutte Katharine Hepburn e Ava Gardner, nel film interpretate rispettivamente da Cate Blanchett e Kate Beckinsale; ma pare che abbia frequentato anche Bette Davis, Gene Tierney, Faith Domergue, Linda Darnell, Joan Fontaine, Olivia De Havilland e altre ancora: un uomo fortunato!), e successivamente per il suo stile di vita eccentrico: ossessionato dall'igiene, finì con l'isolarsi dal mondo e trascorse i suoi ultimi anni da recluso nelle proprie tenute, in preda a disturbi di natura ossessiva-compulsiva. L'episodio in cui rimane chiuso per quattro mesi nella sala proiezioni del suo studio è realmente accaduto. L'ottimo DiCaprio interpreta il personaggio calandosi nella parte senza freni ed esibendone tutte le manie di grandezza e di protagonismo, ma anche la sincera passione per quello che fa e l'inarrestabile ostinazione che lo spinge a battersi in prima persona contro ogni ostacolo (esemplari le scene in cui si impegna a far valere le proprie ragioni prima contro la commissione di censura cinematografica e poi contro il senatore che vuole impedirgli di espandere l'attività delle sue linee aeree). L'abile regia di Scorsese, dal canto suo, si sbizzarrisce con le spettacolari scene di volo (notevole quella dell'incidente durante il collaudo dell'aereo-spia, che quasi costò la vita a Hughes) e con una ricostruzione storica piena di fascino e di amore per un periodo "mitico" della storia di Hollywood e degli Stati Uniti in generale (basti citare, su tutte, la scena dell'incontro fra Hughes e la Hepburn sul set di "Il diavolo è femmina", con una brevissima apparizione di Cukor e Grant). Fra le numerose partecipazioni all'interno di un cast vasto ed eterogeneo, sono da segnalare quelle di Gwen Stefani (nei panni della platinata Jean Harlow), Jude Law (in quelli di Errol Flynn), Ian Holm (l'anziano meteorologo, costretto da Hughes a dimostrare "matematicamente" ai censori come le tette di Jane Russell non fossero più oltraggiose di quelle di attrici che l'avevano preceduta), John C. Reilly (il tuttofare di Hughes), Alec Baldwin (il presidente della Pan Am, suo acerrimo rivale per i voli transcontinentali), Alan Alda (il senatore Brewster, che lo mette sotto inchiesta), Willem Dafoe (un giornalista scandalistico), Brent Spiner (il presidente della Lockheed). Una scena in cui sarebbe dovuta apparire anche l'aviatrice Amelia Erhart (interpretata da Jane Lynch) è stata tagliata in fase di montaggio.
13 commenti:
Sono d'accordo su tutto, ma non capisco la "bassezza" del voto dopo le lodi al film, cioè io lo trovo davvero un grande film, sicuramente non tra i migliori in assoluto di Scorsese, ma comunque bellissimo.
Ale55andra
Le stelline non rappresentano tanto un voto al film, quanto un indice della mia personale sintonia con esso... E pur piacendomi, lo trovo un po' pesantino, nonché forse troppo lungo. Comunque i voti sono suscettibili di cambiamenti a distanza di tempo, quindi non escludo fra qualche anno di alzarlo! ^^
ciao,
se passi da me c'è un premio per te
Ciao e grazie anche a te! ^^
L'ho visto tanti anni fa e in un attacco di amore filologico me lo sparai in lingua originale.
Mi ci volle qualche settimana per riprendermi, pur avendo apprezzato tutte le cose che citi anche tu. Effettivamente è un po' lunghetto e pesantuccio.
Però quello che più mi colpì fu l'interpretazione della Blanchet, completamente ammazzata dal doppiaggio italiano.
Aveva cambiato e trasformato il suo tono di voce, l'accento, la parlata (l'avevo già ascoltata in Elizabeth, in un altro raptus masochistico)ed era identica alla vera Hepburn, almeno per come me la ricordava (ehm...un altro momento filologico, sorvoliamo).
Insomma, tutto questo per dire che quell'oscar se l'era veramente guadagnato.Ciao
Una delle opere meno felici del nostro Scorsese...
PS: Mi sono permesso di citarti nel mio blog dandoti una nomination al premio Dardos!
Barbara: In realtà tutti i film andrebbero visti in lingua originale (anche quelli in russo, giapponese o iraniano!), ma spesso la pigrizia prevale... Prima o poi mi riprometto di rivedere anche questo in inglese, in omaggio alla Blanchett.
MonsierVerdoux: È comunque un bel film, ma anche secondo me dei quattro finora girati da Scorsese con DiCaprio ("Gangs of New York", questo, "The departed", "Shutter Island") è all'ultimo posto.
Quanto alla nomination (la quinta in pochi giorni! :-O )... Ringrazio anche te per il pensiero e scusami se ho deciso non di proseguire la catena...
Parere personale, grande film anche in senso di qualità. Uno dei migliori lavori dello Scorsese ultima maniera. Forse hai ragione: un pò troppo lungo (quasi volutamente sembra), ma assolutamente esemplare.
Scorsese ha saputo realizzare un classico biopic, ma con una forza difficilmente ritrovabile in altri suoi simili ("Invictus", pur diretto da Eastwood, è molto lontano da questo film, forse anche per la diversità del personaggio raccontato).
Saluti.
La qualità nei film di Scorsese non manca mai! Per me è forse ancora il miglior regista americano vivente.
I film biografici corrono per loro natura il rischio di essere un po' pesantucci, anche se ci sono ottime eccezioni. "Invictus" non l'ho visto, non mi ispirava molto (anche perché i film di Eastwood, quando lui non ci recita, non sempre mi convincono).
Forse lungo, forse pesantino, sicuramente bello.
Bach sulla scena delle riprese di Angeli dell'Inferno è da togliere il fiato.
Seguendo una mia abitudine ho visto il film senza saperne assolutamente nulla.
Tuttavia ogni ci sono delle cose che uno dovrebbe sapere: io sinceramente non conoscevo questo magnate americano e mi sono reso conto che il film trattava una storia vera solamente riconoscendo i personaggi che lo attorniavano...
^^
A me, vista la mia ignoranza in campo musicale, era capitata la stessa cosa con "Control" di Anton Corbijn (film su Ian Curtis dei Joy Division, per chi non lo sapesse).
E perché, "Addio mia concubina" non va venduto con allegato un bignami di storia della Cina...?
In effetti sono tanti i film che meriterebbero uno studio dell'argomento prima ancora di vederli.
A cominciare dal citato "Quarto potere" (Hearst, ecc.)
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