13 dicembre 2009

Piramide di paura (B. Levinson, 1985)

Piramide di paura (Young Sherlock Holmes)
di Barry Levinson – USA 1985
con Nicholas Rowe, Alan Cox
**

Rivisto in VHS, con Elena, Marisa, Alberto ed Eva.

Il giovane John Watson, appena giunto in un college di Londra per studiare medicina, stringe amicizia con il coetaneo Sherlock Holmes, aspirante detective, e viene da questi coinvolto in un'indagine su una misteriosa serie di omicidi commessi per mezzo di un veleno che provoca allucinazioni incredibilmente realistiche. I due ragazzi scopriranno l'esistenza di una setta segreta di origine egiziana che celebra i propri riti sacrificali in una piramide sepolta sotto la città. La sceneggiatura di Chris Columbus non solo racconta il primo incontro fra i due leggendari personaggi (nonché quelli con l'ispettore Lestrade e soprattutto con il perfido Moriarty, la cui identità è svelata nel controfinale), ma rivela anche l'origine di molte caratteristiche del protagonista dei racconti di Arthur Conan Doyle (il cappello, la pipa, la scelta di vivere in solitudine). Più che un giallo, il film è una pellicola d'avventura per un pubblico di adolescenti, sul filone dei "Goonies" (scritto anch'esso da Columbus): non particolarmente profonda, ma può contare su un'ambientazione accattivante e su ottimi effetti speciali (spettacolare, in particolare, il cavaliere che fuoriesce dalla vetrata della chiesa, realizzato da una Pixar che allora era una divisione della Lucasfilm). Alcune sequenze delle allucinazioni, con gli oggetti che si animano, fanno davvero paura! La cerimonia nella piramide ricorda quella di "Indiana Jones e il tempio maledetto": non a caso produce Spielberg.

10 commenti:

marco c. ha detto...

l'ho visto al cineforum dell'oratorio. bello

Seconda serata ha detto...

Io l'ho visto di recente, e supera il solito film per adolescenti, e anche per me supera forse anche Harry Potter, ma qui c'è della nostalgia...

Christian ha detto...

Resta sicuramente un film gradevole e sono d'accordo che sia superiore alla media del genere.
Comunque avevo sempre pensato che Columbus fosse stato scelto come regista di "Harry Potter" soltanto per il suo precedente successo commerciale nel dirigere un bambino in "Mamma, ho perso l'aereo". Invece mi sbagliavo: questo film dimostra che il setting di Harry Potter era già nel suo DNA, visto che questa sua sceneggiatura ne anticipa molti elementi: il college inglese, il trio di ragazzi che indagano (oltre a Holmes e Watson c'è anche una ragazza che sembra Hermione), l'orrore e la magia, i genitori assenti, il rapporto difficile con insegnanti e compagni di scuola (l'antipatico compagno biondo è Draco Malfoy sputato!)...

iosif ha detto...

la scena del tacchino ripieno (mi pare) che riprende vita e comincia a urlare, mi fece uno schifo indicibile. sembra quasi eraserhead, ma con lynch avevo un bel po' di anni in più, a proteggermi.

Christian ha detto...

Il tacchino (o pollo, o quel che è) fa davvero paura e impressione, anche perché è subito all'inizio del film, quando uno non se lo aspetta.

Kotatsu ha detto...

E' un film che mi ricorda l'adolescenza, e anche oggi tiene un posto particolare nella mia videoteca...

Christian ha detto...

Eh, l'effetto nostalgia.. ^^

Seconda serata ha detto...

Ora lo devo far vedere al mio nipotino, chissà che piaccia a generazioni diverse dalla nostra.

Christian ha detto...

Alla mia nipotina Elena (7 anni) è piaciuto, si è un po' spaventata all'inizio ma poi l'ha visto tutto.

Seconda serata ha detto...

Il mio è più cresciutello