9 settembre 2008

Ghost Rider (M. S. Johnson, 2007)

Ghost Rider (id.)
di Mark Steven Johnson – USA 2007
con Nicolas Cage, Eva Mendes
*1/2

Visto in DVD, con Albertino e Ghirmawi.

Johnny Blaze, spericolato motociclista acrobatico, fa un patto con il diavolo (Peter Fonda) e si trasforma nel suo "cacciatore di taglie", un centauro dal teschio infuocato dotato dello "sguardo della penitenza". Mefistofele lo invierà contro suo figlio Blackheart e altri tre demoni che intendono impossessarsi delle anime degli abitanti di un antico villaggio. Diretto dallo stesso regista di "Daredevil" (che comunque era peggio, soprattutto considerando il materiale di partenza), è un film brutto ma meno di quanto mi sarei aspettato. Se lo si guarda con il cervello spento, tra amici, senza attendersi altro che un vendicatore infernale che sfreccia in moto di notte e senza lamentarsi di non averci trovato di più, si riesce anche a goderselo. Anche il fumetto, a ben pensarci, non è che avesse tutta questa profondità, e il film ne rispetta abbastanza lo spirito, mentre l'atmosfera "maledetta" e le suggestioni alla Robert Johnson sono apprezzabili. In ogni caso la sceneggiatura (dello stesso regista) è confusa, ai limiti dell'assurdo e piena di buchi e di contraddizioni (perché ai poliziotti è sufficiente trovare la sua targa bruciata per accusare Johnny di omicidio? Perché il vecchio cowboy si può trasformare solo una volta, e spreca questa occasione solo per accompagnare Johnny al villaggio? Perché i demoni possono entrare in alcune chiese e non in altre?), indice di una scarsa cura per la storia e per i collegamenti logici fra una scena e l'altra, per non parlare ovviamente dell'assenza di ogni tipo di caratterizzazione psicologica. Le fattezze di Ghost Rider, con tuta di pelle, borchie e catena, vengono dalla seconda serie a fumetti (quella disegnata da Mark Texeira, per intenderci), ma il nome del personaggio è invece quello della prima. Apprezzabile l'omaggio al Ghost Rider western, anch'egli protagonista di una serie Marvel, mentre la scena in cui Blackheart si fa chiamare Legione non è un riferimento all'omonimo mutante, figlio di Charles Xavier, ma una citazione biblica. Gli attori scelti per interpretare Cage (soprattutto) e la Mendes da giovani non assomigliano per niente alle loro controparti adulte.

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