29 maggio 2007

Le vacanze di monsieur Hulot (J. Tati, 1953)

Le vacanze di monsieur Hulot (Les vacances de Monsieur Hulot)
di Jacques Tati – Francia 1953
con Jacques Tati, Nathalie Pascaud
***1/2

Rivisto in DVD, con Hiromi.

Con la sua vecchia automobile, rumorosa e fuori moda, Monsieur Hulot arriva in una località balneare per trascorrere l'estate insieme ad altri turisti di un albergo sulla spiaggia. La stagione passa tra piccole avventure e disavventure di ogni tipo, raccontate in tono comico e garbato e con una leggerezza da film muto (il protagonista è di poche parole, come anche la bella biondina che, fra i numerosi comprimari, spicca come secondo personaggio più importante del film, mentre gli altri parlano sì – e in più lingue: francese, inglese, italiano – ma non dicono mai nulla di significativo). Con Hulot, personaggio solitario e stralunato che non abbandonerà più, Tati si propone come erede dei grandi comici del passato (la sua attenzione per l'ambientazione, la messinscena e la coreografia è pari a quella di Buster Keaton, mentre nel suo rapporto con il mondo frenetico e moderno ricorda Charlie Chaplin) e al tempo stesso anticipa personaggi "disturbatori della quiete altrui" quali lo Hrundi V. Bakshi di Peter Sellers e il Mr. Bean di Rowan Atkinson. Ma Hulot non è un semplice disturbatore: è un poeta, un'anima candida, un osservatore della realtà che lo circonda e del mal di vivere moderno, al quale si oppone con la sua semplicità, la sua gentilezza e la sua goffaggine. Spesso inquadrato di spalle, con l'immancabile pipa e il buffo cappello, lo spilungone e dinoccolato Hulot è sempre pronto a dare una mano agli altri ma anche a nascondersi rapidamente quando si rende conto di aver combinato un guaio (la scena in cui si rifugia in fretta e furia nella sua mansarda mi ha ricordato l'altrettanto rapida fuga di Peter Sellers dietro la piscina dopo aver centrato un commensale con una freccetta in fronte in "Hollywood Party"). Quando scuote la tranquillità di chi lo circonda, lo fa inconsapevolmente e senza cattiveria, anche se immancabilmente con effetti comici. E quando la stagione estiva si conclude, fra fuochi d'artificio, balli in maschera disertati da turisti svogliati (vi partecipano solo Hulot, la biondina e un bambino pestifero, i soli personaggi – oltre all'anziano signore che segue docilmente la moglie come un cagnolino – cui vanno le simpatie del regista), bizzarre partite a tennis, gite a cavallo e picnic fuori città, non resta che una punta di malinconia: si parte e si ritorna a casa, da soli come si era arrivati.

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