22 maggio 2007

Giorno di festa (J. Tati, 1949)

Giorno di festa (Jour de fête)
di Jacques Tati – Francia 1949
con Jacques Tati, Guy Decomble
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Rivisto in DVD con Hiromi, in originale con sottotitoli.

Il primo lungometraggio di Tati (che integra ed espande le gag di un precedente cortometraggio, "L'école des facteurs", realizzato nel 1947) ne rivela già tutta la bravura di metteur en scène e l'attenzione ai dettagli per una vicenda corale al centro della quale si aggira, sperduto come un pesce fuor d'acqua, il suo personaggio. Non ancora Monsieur Hulot, Tati qui impersona un bizzarro postino di campagna, oggetto dell'ironia e degli scherzi dei suoi compaesani. In occasione di una festa domenicale, assiste a un documentario sulle meraviglie del servizio postale americano: postini che si lanciano in elicottero, che attraversano cerchi di fiamme. e così via. Per non essere da meno, decide di compiere il suo prossimo giro in bicicletta con straordinaria rapidità ed efficienza. Ovviamente i risultati non sono quelli sperati. Le gag comiche, derivate dal cinema muto ma al contempo originali, si inseriscono in una vicenda giocosa e allegra, caratterizzata da mille spunti e personaggi minori. Ma per trovare maggior coesione e omogeneità bisognerà aspettare Monsieur Hulot. L'attore, che prestava grande attenzione anche all'aspetto tecnico dei suoi film, girò "Giorno di festa" con due cineprese differenti: la prima con una pellicola sperimentale a colori, che però non riuscì mai a far sviluppare, e la seconda (per precauzione) nel tradizionale bianco e nero. Soltanto nel 1995 la versione a colori venne restaurata e proiettata per la prima volta (ed è questa che ho visto io). Non si tratta dunque di una colorizzazione "a posteriori", ma dell'aspetto che il film avrebbe dovuto avere sin dal principio secondo le intenzioni dell'autore. I colori sono slavati, è vero, ma rendono comunque giustizia al clima di festa che caratterizza il film e alla sua ambientazione rurale, fra bambini e animali da cortile, carrozze e trattori, nell'assenza di qualsivoglia modernità.

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