Ninotchka (Ernst Lubitsch, 1939)
Ninotchka (id.)
di Ernst Lubitsch – USA 1939
con Greta Garbo, Melvyn Douglas
**1/2
Visto in DVD, con Hiromi.
Ninotchka, austera e severissima ispettrice russa, viene inviata a Parigi per controllare l'operato di tre agenti incaricati di vendere i gioielli confiscati a una contessa. Si innamorerà proprio del frivolo aristocratico che tutela i diritti della nobildonna e si lascerà affascinare dallo stile di vita parigino. Come commedia romantica il film funziona benissimo, e non poteva essere altrimenti visto che il Lubitsch's touch è al servizio di una sceneggiatura realizzata in parte nientemeno che da Billy Wilder. Putroppo la pellicola è un po' appesantita da una satira politica (in chiave antibolscevica) fin troppo facile e superficiale, benché all'acqua di rose. È evidente che agli sceneggiatori (e a Lubitsch stesso) l'aspetto ideologico non stesse tanto a cuore e che badassero più al lato romantico della vicenda, eppure il tema politico non può essere ignorato ed è presente, anzi onnipresente, in tutto il film. Va comunque detto che non tutti gli strali sono scagliati contro la Russia dei soviet: il personaggio della contessa nostalgica, esule russa a Parigi, non è che ne esca nel migliore dei modi. E le simpatie maggiori sono riservate al conte di cui si innamora Ninotchka: ricco, gaudente, nullafacente, ma simpatico e disposto a godersi la vita, l'unico personaggio in tutto il film per il quale la politica non conta nulla e che per amore di Ninotchka sarebbe disposto ad abbracciare (senza la minima convinzione) qualsiasi ideale. Non mancano comunque scene divertenti anche in chiave politica, come quella in cui i tre agenti russi attendono alla stazione l'arrivo del misterioso inviato e credono di averlo individuato in una persona con una folta barba, rimanendo poi di stucco quando questa li saluta con il braccio teso e gridando "Heil Hitler!".
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