Stalag 17 (Billy Wilder, 1953)
Stalag 17 - L'inferno dei vivi (Stalag 17)
di Billy Wilder – USA 1953
con William Holden, Don Taylor
***
Visto in DVD.
Bello, com'era lecito attendersi da Wilder. Commedia costruita su un soggetto drammatico, ma l'equilibrio fra i due registri è perfetto. Ambientato in un campo di prigionia, il film è forse precursore di altri come "La vita è bella" o "MASH". Niente retorica, anzi molto antieroismo, a partire dalla frase iniziale fuoricampo ("Ne ho abbastanza di tutti questi film di guerra con bombardamenti, prodezze e guerriglia…"). Molto bravo William Holden nella parte del soldato "maneggione" che riesce a fare affari anche nel campo di prigionia. Grande anche Otto Preminger nei panni del comandante tedesco. Piccole divertenti gag qua e là (come Preminger che indossa gli stivali soltanto per battere i tacchi mentre parla al telefono, o il prigioniero che riceve per posta le rate della macchina da pagare). Il doppiaggio è evidentemente d'epoca, visto che uno dei tedeschi viene chiamato "Giovanni Sebastiano Schulz, come il compositore". Curiosità: i tedeschi non appaiono "eccessivamente cattivi" come siamo abituati con i nazisti dei film più recenti. Semmai a volte sembrano un po' tonti e bonaccioni (vedi proprio Schulz). Sicuramente ha contribuito il tono cinico e sarcastico di Wilder, che se non sbaglio all'epoca venne criticato per la sua debole presa di posizione nei confronti del "nemico". E forse l'autore non intendeva mostrare un mondo diviso in buoni e cattivi, ma che in ogni individuo c'è una parte buona e una cattiva. Come mi hanno fatto notare, "il film non va inteso solo come una storia sulle condizioni di vita in un campo di prigionia o sui rapporti fra tedeschi e americani, ma vuole far riflettere sui risvolti amari della delazione, e dei pregiudizi che possono nascere nei rapporti umani".
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