16 giugno 2014

Queen & country (John Boorman, 2014)

Queen & country
di John Boorman – GB 2014
con Callum Turner, Caleb Landry Jones
**1/2

Visto al cinema Arcobaleno, in originale con sottotitoli
(rassegna di Cannes).

Seguito dell'autobiografico "Anni '40" dello stesso regista, di cui riprende il protagonista principale (che allora era un bambino, alle prese con i bombardamenti tedeschi su Londra, e ora è appena diventato maggiorenne). Siamo all'inizio degli anni cinquanta, nel periodo in cui Elisabetta II sale al trono d'Inghilterra e i venti della guerra in Corea si fanno più forti. Il giovane Bill Rohan (Callum Turner), in servizio di leva, è assegnato all'addestramento delle reclute che partiranno per il fronte. Per sopravvivere al "sistema", insieme all'amico Percy (Caleb Landry Jones), ancora più refrattario di lui alla disciplina e irriverente verso le istituzioni, imbastisce una sorta di guerra al proprio superiore, il sergente maggiore Bradley (un grande David Thewlis), che al contrario di loro è dedito all'applicazione del regolamento alla lettera. E nel frattempo si innamora di Ophelia (Tamsin Egerton), misteriosa, sfuggente e tormentata ragazza d'alta classe. Con il suo cinema introspettivo ma ironico, nostalgico ma mai retorico, Boorman torna a lanciare uno sguardo disincantato al passato recente del suo paese. Si scherza e si ride, ma la guerra e le disavventure della vita incombono. Memorabile la casa dove vive la famiglia di Bill, su un'isola in mezzo al Tamigi. La pellicola è impreziosita da un ottimo cast (Vanessa Kirby è la sorella, Sinéad Cusack è la madre, Pat Shortt è il soldato "lavativo" Redmond, Richard E. Grant è il maggiore della caserma), una bella atmosfera retrò e numerose citazioni cinefile d'epoca (i personaggi parlano di Hitchcock, Wilder, Preminger, "Casablanca", e vanno al cinema a vedere "Rashomon" di Kurosawa). E proprio al cinema potrebbe essere legata la futura vita del protagonista, che nel finale vediamo alle prese con una videocamera. L'impressione è che Boorman stia costruendo, appunto in chiave autobiografica, un proprio "Antoine Doinel": vedremo i prossimi sviluppi.

2 commenti:

Dantès ha detto...

chissà se arriverà anche da noi. Boorman, chissà perché, è finito in un immeritato dimenticatoio

Christian ha detto...

È vero, anche se c'è da dire che non faceva un film da quasi una decina d'anni. Questo meriterebbe l'uscita nelle sale: speriamo!