10 dicembre 2009

Wild animals (Kim Ki-duk, 1997)

Wild animals (Yasaeng dongmul bohoguyeog)
di Kim Ki-duk – Corea del Sud 1997
con Cho Jae-hyun, Jang Dong-jik
**1/2

Rivisto in divx, in originale con sottotitoli.

Il secondo film di Kim, almeno dal punto di vista formale, è forse il più convenzionale e "inquadrato" dei suoi lavori, quello che si distacca meno dal cinema di genere, pur senza rinunciare ad alcuni tratti personali. Racconta la storia di due immigrati coreani a Parigi: Chung-hae, proveniente dalla Corea del Sud, un tempo aspirava a diventare un pittore ma ora è un ladruncolo che truffa i turisti o deruba i propri connazionali; Hong-san, soldato fuggito dalla Corea del Nord, non parla una parola di francese e viene convinto da Chung-hae a esibirsi nelle piazze spaccando mattoni o schivando coltelli: le sue capacità attirano l'attenzione di un gruppo di gangster francesi, che lo assoldano come picchiatore. Fra problemi di denaro (Chung-hae deve pagare l'affitto del barcone dove vive), di donne (Hong-san si invaghisce di Laura, giovane spogliarellista in un peep show, mentre Chung-hae è innamorato di Corinne, che fa la statua in pubblico e ama il busto di Camille Claudel) e di lealtà (Chung-hae arriva a tradire l'amico pur di intascare qualche gruzzolo extra), i due – anche se molto diversi fra loro (Hong-san è stanco di combattere, ha una certa integrità morale e "occhi puri", come gli dice il boss; Chung-hae è invece capace di tutto, più subdolo ma anche più fragile e dipendente dall'amico) – non potranno che appoggiarsi l'uno all'altro per cercare di sopravvivere come animali selvaggi in una giungla ostile.

Nonostante la sua atipicità, a partire dall'ambientazione europea (parzialmente autobiografica: lo stesso KKD aveva vissuto per due anni a Parigi, dipingendo e vendendo quadri), il film presenta comunque – come dicevo – diversi elementi caratteristici della prima fase del suo cinema: la crudeltà, gli improvvisi scoppi di violenza, le numerose scene di sesso, le automutilazioni (Chung-hae che si pugnala la mano per farsi riaccettare dal boss), il voyeurismo e il mutismo (benché resti probabilmente il lungometraggio più "parlato" del regista coreano). Come in "Crocodile" (e come avverrà ancora in seguito, per esempio ne "L'isola" o in "Primavera, estate..."), i protagonisti vivono a stretto contatto con l'acqua, su un barcone ancorato nella Senna. E diverse sequenze sembrano riecheggiarne alcune proprio del film d'esordio: Chung-hae dipinge di bianco il volto di Corinne come il Coccodrillo dipingeva di blu la tartaruga, e poi schizza un ritratto di Hong-san come la ragazza ne disegnava uno del protagonista del film precedente. La sceneggiatura però non sempre convince, e non mancano scene involontariamente ridicole (l'amante di Corinne che la picchia con un pesce surgelato) o svolte eccessivamente melodrammatiche e prevedibili (l'orologio d'oro che, sottratto a una delle loro vittime, finisce per tradire i due amici). Parigi è ritratta come un confuso crocevia di stranieri, di artisti, di innamorati e di delinquenti, ma per fortuna non c'è spazio per immagini da cartolina (la Torre Eiffel si intravede soltanto brevemente sullo sfondo e in una sola scena).

2 commenti:

Eraserhead ha detto...

Molto molto acerbo questo Kim. Il tallone d'Achille sono le reiterate scene di pugni e schiaffi che si presentano più e più volte. Comunque, se ci fai caso, la storia del pesce surgelato si ripete sotto diversa forma anche nei suoi lavori successivi; tipo: in L'isola "si fa del male" con degli ami; in Ferro 3 con una mazza da golf; più altri che ora non mi sovvengono. Armi non covenzionali, come il suo cinema, forse.

Christian ha detto...

D'accordo, però una cosa è colpire qualcuno con una mazza da golf, un'altra è aprire il freezer, prendere il pesce surgelato (che è custodito lì solo per quello scopo, evidentemente, non per mangiarlo!) e usarlo come manganello: è una cosa bizzarra, per quanto in linea con il lato grottesco-surreale che fa spesso capolino nei film di Kim, e anche con l'uso sopra le righe che il regista fa degli animali, perlopiù acquatici, come pesci e tartarughe. Gli stessi uomini, a volte, sono paragonati ad animali (vedi il titolo stesso di questo film, ma anche di altri, come "Crocodile" o "Birdcage inn").