2 febbraio 2022

Ladri di saponette (Maurizio Nichetti, 1989)

Ladri di saponette
di Maurizio Nichetti – Italia 1989
con Maurizio Nichetti, Caterina Sylos Labini
**1/2

Rivisto in divx.

Il regista Maurizio Nichetti è ospite in uno studio televisivo per presentare il suo ultimo film, un omaggio neorealista a "Ladri di biciclette" di Vittorio De Sica, che andrà in onda in serata. Ma le continue e invadenti interruzioni pubblicitarie creano uno strano cortocircuito con la pellicola: i personaggi del film – un disoccupato nell'Italia del dopoguerra (interpretato sempre da Nichetti, ma senza baffi) e la sua famiglia – si ritrovano a interagire con quelli dei commercial, scambiandosi di posto, e la trama deraglia. A un certo punto lo stesso Nichetti deve "entrare" nella pellicola per cercare di riportare la storia sui binari originali. Il quinto film del regista milanese è forse il suo lavoro più famoso e paradigmatico, per come gioca con uno dei temi a lui più cari, ovvero la dissonanza fra realtà e fantasia. O fra due tipi diversi di fantasia: quella del cinema neorealista, con il suo mondo in bianco e nero, funestato da drammi sociali ed eventi tragici; e quello della pubblicità, colorato e popolato da accattivanti jingle, da modelle seminude e inviti al consumismo. Attraverso la televisione, mezzo che non si fa scrupolo di mescolare le carte (le interruzioni pubblicitarie irrompono nei momenti meno opportuni, troncando le battute e alterando il flusso delle emozioni), anche mondi all'apparenza distinti possono fondersi e mescolarsi: e così un bambino povero viene esposto a merendine e giocattoli, una moglie disperata (Caterina Sylos Labini) si ritrova in un universo di elettrodomestici, un'appariscente modella straniera (Heidi Komarek) viene catapultata nello squallore dell'Italia del dopoguerra. La satira di Nichetti non si limita comunque all'invettiva contro la tv commerciale (o "berlusconiana") dell'epoca, ma è diretta anche ai tanti luoghi comuni del cinema d'autore (si pensi ad alcuni personaggi del film neorealista, come il prete interpretato da Renato Scarpa), all'intellettualità dei critici cinematografici (con Claudio G. Fava che interpreta sé stesso, disquisendo di Melville e di Lubitsch) e alle modalità di consumo di film e tv, distratta e superficiale, di una famiglia borghese qualunque (Massimo Sacilotto e Carlina Torta). Oggi il film passa raramente in televisione, forse perché avendo molte pubblicità inglobate al proprio interno (fasulle, come un recupero di "Ho fatto splash" proveniente dall'omonimo film dello stesso Nichetti, o reali, come quelle celebri del Cynar e del detersivo Aiax) si corre il rischio di confonderle con quelle che davvero interrompono in continuazione i programmi sui canali generalisti. Le musiche sono di Manuel De Sica, figlio appunto di Vittorio!

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