27 febbraio 2022

Da Mayerling a Sarajevo (Max Ophüls, 1940)

Da Mayerling a Sarajevo (De Mayerling à Sarajevo)
di Max Ophüls – Francia 1940
con John Lodge, Edwige Feuillère
*1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli.

L'arciduca Francesco Ferdinando (John Lodge), erede al trono austriaco dopo la morte del cugino Rodolfo a Mayerling nel 1889, è malvisto a corte (e dallo stesso imperatore Francesco Giuseppe, suo zio) per via delle sue idee politiche liberali e riformiste (sogna addirittura di trasformare l'impero in una federazione di stati, sul modello degli Stati Uniti!). Innamoratosi della contessa Sophie Chotek, figlia di un nobile minore ceco, vede la sua relazione con lei osteggiata dal principe di Montenuovo (Aimé Clariond), importante dignitario a lui ostile, che impone alla coppia un matrimonio morganatico (ovvero senza riconoscere alla moglie e agli eventuali figli alcun privilegio o tantomeno diritti sul trono d'Asburgo). La pellicola, di impostazione storico-romantica, si conclude con l'assassinio dell'arciduca a Sarajevo, nel 1914: è l'evento che scatenerà la prima guerra mondiale. Incastrato (come da titolo) fra i due "incidenti" che più di ogni altro hanno segnato la fine all'impero austro-ungarico e di fatto la storia dell'Europa centrale, un lavoro essenzialmente "alimentare" per Ophüls, che non ne mette in mostra (se non a tratti) le capacità artistiche: il film ebbe comunque scarso successo e venne bandito dalle sale quando, poco dopo la sua uscita, i nazisti occuparono la Francia, costringendo il regista – che già era fuggito dalla Germania nel 1933 – a un'ulteriore esilio negli Stati Uniti (farà ritorno in Francia solo negli anni Cinquanta). Jean Worms è l'imperatore Francesco Giuseppe, Gabrielle Dorziat l'arciduchessa Maria Teresa. Ai fatti di Mayerling, qui solo citati di sfuggita, Anatole Litvak aveva dedicato un bel film nel 1936, di cui questo può essere considerato praticamente il sequel (anche per via dei numerosi paralleli fra le innovative idee politiche e le tormentate vicende romantiche di Rodolfo e Francesco Ferdinando).

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