29 dicembre 2021

Don't look up (Adam McKay, 2021)

Don't Look Up (id.)
di Adam McKay – USA 2021
con Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence
*1/2

Visto in TV (Netflix), con Sabrina.

Il professore di astronomia Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) e la sua dottoranda Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) scoprono che una gigantesca cometa, dal diametro di dieci chilometri, è in rotta di collisione con la Terra e colpirà il pianeta entro sei mesi, minacciando di estinguere ogni forma di vita. Cercano allora di lanciare l'allarme, ma il mondo è troppo stupido per capirlo. I loro tentativi si scontrano infatti con l'ottusità dei politici – a cominciare dal presidente degli Stati Uniti, Janie Orlean (Meryl Streep) – e l'indifferenza del pubblico, interessato solo a gossip e vacuità varie. Pastrocchio senza capo né coda, funestato da fastidiosissimi cambi di registro: il progetto iniziale, con ogni probabilità, era quello di fare solo una satira politica, puntata soprattutto verso l'amministrazione Trump, con i suoi slogan, la cecità (motivata da interessi e cinismo) di fronte a emergenze globali come i cambiamenti climatici, e la discutibile gestione del pubblico e del privato (nepotismo compreso: il segretario di stato (Jonah Hill) è il figlio del presidente). Ma essendosi la lavorazione del film protratta in piena pandemia di Covid-19, la satira è finita inevitabilmente per rivolgersi verso la situazione attuale, l'emergenza sanitaria appunto (basta sostituire il virus con la cometa!), con tutto il corredo di negazionisti, complottisti o semplicemente persone che prendono le decisioni sbagliate per ignoranza, incomprensione del pericolo, diffidenza verso la scienza, o desiderio di autodistruzione. Il che sarebbe anche valido, intendiamoci: ma sceneggiatura e regia, oltre a mancare di ogni sottigliezza (e rendendo così fastidiosa la divisione fra chi sa la verità e chi rifiuta di vederla, ovvero "buoni" e "cattivi"), non sembrano nemmeno capaci di mantenere lo stesso taglio per più di dieci minuti: e così si passa da momenti che sembrano uscire da "Idiocracy", dove tutti sono incredibilmente stupidi, ad altri che vorrebbero essere "seri" e toccanti, come gran parte del finale; e gli stessi personaggi (quello interpretato da DiCaprio in primis) oscillano in continuazione da un estremo all'altro, senza una personalità chiara. Il tutto ricorda un altro (brutto) film, "Mars attacks", che aveva gli stessi difetti: un mix di registri che alla lunga spiazza lo spettatore. Immaginatevi un "Dottor Stranamore" con scene toccanti o ispirazionali nel finale: che ci azzeccano? Il vasto cast – ci sono anche Mark Rylance (la parodia di Steve Jobs/Elon Musk), Cate Blanchett (la giornalista tv), Timothée Chalamet (lo skateboarder), Ron Perlman (il militare astronauta), Ariana Grande (praticamente sé stessa), Himesh Patel (l'ex di Kate) e altri ancora – serve solo a far numero: l'unico che recita intensamente è DiCaprio, gli altri sono macchiette. Il titolo del film ("Non guardate sopra" nei dialoghi italiani: perché non intitolare anche la pellicola così?) è lo slogan usato dal presidente Orlean e dei suoi seguaci per negare l'esistenza della cometa.

4 commenti:

Giovanni ha detto...

Critica molto dura caro Cri, che a tratti apprezzo e da cui trovo molta ispirazione per parallelismi e temi che anche io ho notato (ci sono anche i giovani skater Thunberg, anche se con meno energia).
Secondo me la dialettica tra scienza, informazione, lobby, politica e un pubblico oramai incapace di ascoltare e “vedere” i segni di una rovina prossima (come anche il cambiamento climatico) fanno di questo film uno spaccato di attualità, proprio perché in tempo COVID19. Con toni sarcastici, dissacranti e un finale quasi scontato (la scena della casa che si infrange con il gruppetto dei buoni) si passano due ore abbondanti sentendosi (almeno me) “impotenti” difronte alla stupidità umana. Io consiglio

Christian ha detto...

A me ha infastidito molto la mancanza di coerenza interna: posso anche accettare un film totalmente satirico, o un mondo dove tutti sono stupidi (come per esempio nei citati "Idiocracy" o "Dottor Stranamore"), ma se ci inserisci in mezzo dei personaggi che invece sono seri, gli unici che capiscono la gravità della situazione, allora non solo il tuo mondo diventa implausibile e lo spettatore perde la sospensione dell'incredulità, ma rischi anche di elargire delle patenti di superiorità morale a quelli che la pensano come te/loro. Questa scelta stilistica (che diventa evidente a partire dalla scena in cui i due scienziati vengono ricevuti alla Casa Bianca, ed esplode definitivamente in quella dell'intervista in tv) mi ha parecchio indisposto: e dopo il film non è più riuscito a recuperare il mio favore nemmeno nelle poche cose carine che aveva da offrire (la prova di DiCaprio, e tutto sommato il finale apocalitico).

Giovanni ha detto...

Non ti seguo, il mondo è implausibile, e lo spettatore rimane incredulo, proprio perché ci sono due personaggi che aggregano chi vede una verità più vicina ai fatti che saranno. Vero, anche se non ci fossero stati, sarebbe stato un mondo totalmente inconsapevole rispetto alla fine del genere umano, ma mi sembra difficile ipotizzarlo…

Christian ha detto...

Non sono solo due personaggi, c'è anche il direttore dell'ente per la difesa spaziale, c'è Timothée Chalamet, e altri ancora. Ma anche se fosse, proprio l'assistere alla "crociata" dei pochi depositari della verità contro un mondo popolato di stupidi me li ha resi antipatici e mi ha indisposto verso il film.
Del fastidio per l'alternanza dei registri ho già detto (la scena finale della preghiera è insopportabile, per esempio, ed è completamente scollata da quelle demenziali che la precedono). In più il livello della satira, dei dialoghi, delle caratterizzazioni è bassissimo, e tutto è molto superficiale. Per una volta, sono contento nel leggere che la critica in generale è d'accordo con me e in gran parte ha stroncato il film.