25 giugno 2018

Mica scema la ragazza! (F. Truffaut, 1972)

Mica scema la ragazza! (Une belle fille comme moi)
di François Truffaut – Francia 1972
con Bernadette Lafont, André Dussollier
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Rivisto in DVD.

Per scrivere un saggio sulla "criminalità femminile", il giovane professore di sociologia Stanislao Prévine (Dussollier, al primo ruolo importante della sua carriera) si reca in prigione per intervistare una detenuta, la procace, sboccata e apparentemente ingenua Camille Bliss (Bernadette Lafont), che gli racconta le traversie della propria vita. Responsabile della morte del padre, che la maltrattava, è poi fuggita dal riformatorio e ha sposato Clovis (Philippe Léotard), un garagista. Ma la vita coniugale, anche per colpa della suocera (Gilberte Géniat), le andava stretta. E allora ha deciso di "emanciparsi", anche sfruttando l'attrazione che sa esercitare sugli uomini, fino ad averne quattro da gestire contemporaneamente: il marito, un cantante country (Guy Marchand), un viscido avvocato (Claude Brasseur) e un derattizzatore religioso (Charles Denner). Sarà il suicidio di quest'ultimo a farla finire in prigione con l'accusa di omicidio, dopo che aveva tentato inutilmente di eliminare sia il marito che l'avvocato. Stanislao, a sua volta infatuato di lei, riuscirà a scagionarla, ma si scoprirà nient'altro che l'ennesimo strumento nelle sue mani... Tratto da un romanzo di Henry Farrell, è forse il film più leggero e "volgare" di Truffaut (nonché, diciamolo pure, il meno bello), una tragicommedia con personaggi da fumetto (in particolare la protagonista sembra uscire da strisce come "Lil' Abner"). Camille, a prima vista una campagnola grossolana e sempliciotta (ma, come suggerisce il titolo italiano, è molto meno stupida e più manipolatrice di quanto sembri), sfrutta il proprio charme e la propria incontenibile sensualità per cavarsela in ogni circostanza e rigirarsi gli uomini come vuole (lasciando credere a loro di essere in controllo), spinta dal desiderio di diventare una star e dalla mancanza di scrupoli quando si tratta di "scommettere con il destino". I personaggi maschili, Stanislao in primis (lui sì che si rivela veramente ingenuo), si fanno abbindolare e ne sono vittime più o meno inconsapevoli, mentre solo quelli femminili (negativi, come la suocera, o positivi, come la fedele segretaria di Stanislao, interpretata da Anne Kreis) riescono a vedere oltre le apparenze. Se non fosse narrata con toni comici e non avesse come protagonisti delle vere e proprie macchiette, la vicenda sarebbe anche a suo modo tragica (a partire dall'infanzia infelice della protagonista). E comunque la pellicola non è una semplice farsa dai toni beffardi, ma sfiora temi da sempre cari al regista, quali il rapporto fra l'individuo e l'ambiente circostante (come il professore de "Il ragazzo selvaggio", Stanislao studia Camille e giustifica il suo comportamento in quanto "vittima della società") e la molteplicità delle relazioni sentimentali, frutto di un'irrequietezza inesprimibile (Camille che si destreggia fra quattro amanti è quasi il contraltare de "L'uomo che amava le donne", anche se lei è più mantide che ninfomane). Frecciatina di Truffaut verso sé stesso e i cineasti in generale nel personaggio del bambino cineamatore, che non vuole mostrare i propri filmini perché "il montaggio non è completato". La Lafont aveva recitato nel primo cortometraggio del regista francese, "L'età difficile" nel 1957.

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