8 giugno 2018

La caduta di Troia (Pastrone, Borgnetto, 1911)

La caduta di Troia
di Giovanni Pastrone [e Luigi Romano Borgnetto] – Italia 1911
con Giovanni Casaleggio, Jules Vina
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Nata appena nel 1905 e inizialmente ispirata a quella francese, l'industria cinematografica italiana fece rapidamente passi da gigante e ben presto (a cominciare da "Gli ultimi giorni di Pompei" nel 1908) si affermò sulla scena internazionale per i suoi film di ambientazione storica ed epica. Questo ambizioso "La caduta di Troia" (in tre rulli, per un totale di circa 30 minuti, quasi tre volte rispetto alla durata media per l'epoca), prodotto dalla Itala Film di Torino, riscosse un enorme successo oltre i confini nazionali: fu accolto con entusiasmo particolare negli Stati Uniti, e consacrò la fama di Giovanni Pastrone, ex contabile che divenne uno dei più importanti registi di quel periodo (sua sarà la regia di "Cabiria" nel 1914, il più grande kolossal italiano dell'epoca del muto). Qui è affiancato alla regia da Luigi Borgnetto, pittore e scenografo. Introdotto da una breve scena in cui si vede Omero stesso, con la lira in mano, in procinto di narrare la vicenda, ci mostra il rapimento di Elena da parte di Paride (con l'aiuto di Venere, che fa fuggire i due amanti con il suo cocchio volante), la disperazione di Menelao, l'assedio dell'esercito greco alle mura di Troia, e soprattutto lo stratagemma del cavallo di legno e la distruzione della città. Se il linguaggio cinematografico è ancora primitivo (le inquadrature sono tutte a campo medio e con camera fissa), la recitazione è rudimentale e i personaggi non hanno caratterizzazione, a colpire sono invece le scenografie sontuose (il giardino di Elena a Sparta, il palazzo di Menelao, le mura di Troia, la flotta greca con le navi ormeggiate) e l'enorme numero di comparse in costume nelle scene di massa e di battaglia (si dice che furono coinvolti 800 attori). Dal punto di vista della produzione e della scenografia, dunque, il film mostra tutte le sue ambizioni. E nonostante qualche passaggio ridicolo (i troiani demoliscono le loro stesse mura per far entrare il cavallo, troppo grande per passare dalla porta: più tardi i guerrieri greci entrano dalla porta demolita, non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di nascondersi nel cavallo!), la storia si fa seguire con interesse e le scene d'azione nel finale, con le colonne di Troia che crollano mentre la città brucia, convincono appieno.

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