Anteprime dal festival di Cannes 2018 - conclusioni
Pochi film, ma buoni: questa rassegna in formato ridotto aveva senza dubbio la sua ragion d'essere. Anche perché si trattava di film di autori "importanti". Due, in particolare, mi sono piaciuti su tutti: "Tre volti" di Panahi (un regista che non delude mai) e "Cold war" di Pawlikowski (di cui dovrò approfondire la filmografia). Qualche riserva, invece, sui lavori di Labaki, Koreeda e Farhadi che, pur con i loro pregi, mi sono sembrati inferiori alle loro pellicole precedenti. Il tema chiave di quasi tutti i lungometraggi è stato quello della famiglia (e, di conseguenza, quello dei figli e delle responsabilità).
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